La Rose Ecorchée
The Word Butcher Hurts Me
Dei tanti folli innamorati che uccidono per ridare la bellezza alla propria amata, si può dire che sia pieno il mondo, così pieno che ci stupiamo di non aver mai visto i nostri connotati su altre persone (fino ad ora). Dobbiamo accontentarci dunque, di vedere questi uomini disperati e le loro imprese, spinte dall’amore per la propria amata, in un numero piuttosto ampio di pellicole.
Questa volta siamo in Francia nel 1970, con un film che forse soffre della grandeur tipica francese, al punto di autodefinirsi come “Il primo film sexy-horror della storia”.
Senza nemmeno muoversi da questo blog, sappiamo che non è vero, così come sappiamo che la storia non è affatto originale. “Les Yeux San Visage”, film del 1960 di Georges Franju tratto dal romanzo di Jean Redon o “Seddok L’erede di Satana” e ancora “L’Orribile Dr.Orloff” abbattono un po’ l’opera di Claude Mulot.
Senza nemmeno muoversi da questo blog, sappiamo che non è vero, così come sappiamo che la storia non è affatto originale. “Les Yeux San Visage”, film del 1960 di Georges Franju tratto dal romanzo di Jean Redon o “Seddok L’erede di Satana” e ancora “L’Orribile Dr.Orloff” abbattono un po’ l’opera di Claude Mulot.
Nulla di nuovo sotto i ferri verrebbe da dire e forse per sopperire all’originalità della storia, il regista che qui si firma con lo pseudonimo di Frederic Lansac, inserisce qua è là qualche nudo femminile, che lo autorizza a definire il film come “sexy”.
Leggendo fin qui, il quadro non sembra molto attraente, ma nonostante le premesse questo “Le Rose Ecorchée” è un piacevole intrattenimento creato con le migliori intenzioni. Un film che cerca anche di curare in maniera dettagliata qualsiasi elemento. Riuscendoci bene. Certo, non mancano situazioni paradossali, piuttosto irreali, ma visto il genere si può chiudere un occhio.
Il punto di forza de “Le Rose Ecorchée” è una sorta di poesia decadente, rappresentata brillantemente da un parallelismo con il mondo della pittura, un bel quadro contro una tavolozza di tinte confuse e dal contrasto di colori del “prima” e “dopo” dramma.
La pittura denominatore presente per tutta la pellicola, regala un raffinato, poco visibile paragone con il volto sfigurato della protagonista e una tavolozza di colori usata dal suo amato, mentre è evidente come si passi da una vita allegra, spensierata, vissuta in una grande maniero, alla tristezza più oscura di uno scenario gotico.
A queste belle immagini che Mulot rende bene, va aggiunta una buona caratterizzazione dei personaggi che creano una storia interessante.
Per la prima parte del film il regista fa ampio uso del flash back, che lasciano poi spazio alla narrazione al presente nel crescendo drammatico della seconda parte.
La storia ci racconta di Frederic Lansac, pseudonimo del regista come abbiamo visto, ma anche nome del protagonista maschile, pittore di grande fama, che s’innamora della bella Anne. È il classico colpo di fulmine, che sfocia in un sontuoso matrimonio presso il castello di proprietà di Lansac, abitato va sapere perché, da due personaggi “Freak” che fungono da servi. Poco prima della cerimonia però, Anne litiga con la gelosa Moira e finisce, un po’ in maniera rocambolesca, nel fuoco. Rimane sfigurata. Il castello da posto gioioso diventa un tetro e inavvicinabile luogo nel quale Anne vive vestita di nero e Frederic si accontenta di ricordidel tempo che fu.
La speranza però rinasce quando compare il Dr. Romer, ex grande chirurgo in rovina che pensa di poter restituire la bellezza ad Anne. Rubandola.
Sicuramente un buon horror, per un regista al suo secondo lavoro e prima del cambio dal cinema di genere, al porno ricercato.
Qui Mulot o Lansac che dir si voglia, ha anche la fortuna di dirigere un cast di livello che parte da Philippe Lemaire un attore prolifico, passato alla storia per il film “Cartouche” del 1962.
Anne la bella e sfortunata protagonista è interpretata da Anny Duperey all’epoca giovanissima attrice con un passato drammatico. Lei sfonda nel cinema grazie a una serie di pellicole come “Stavisky” con Belmondo e “Un éléphant ça trompe énormément” e “Bobby Deerfild” di Pollack a fianco di Al Pacino. Anny è divenuta poi scrittrice di successo e testimonial di opere umanitarie.
Infine, direttamente dalla lista dei fedelissimi di Jesus Franco troviamo Howard Vernon, che manco a dirlo interpreta il Dr.Romer. Faccia inquietante e grande bravura Vernon è un esperto “dottore cinematografico” che abbiamo già visto all’opera con lo stesso ruolo nel “Dr.Orloff”.
Scheda Tecnica
Titolo Originale: La Rose Ecorchée
Titoli Alternativi: Das blutige Schloss der lebenden Leichen, Die geschändete Rose, Horror Maske (Germania), Devil’s Maniac, H comme horreur (Francia), Ravaged (UK), The Blood Rose (USA),The Burnt Rose, The Flayed Rose (Internazionale), Tre gocce di sangue per una rosa (Italia)
Anno: 1970
Nazione: Francia
Regia: Claude Mulot
Cast: Philippe Lemaire, Anny Duperey, Elizabeth Teissier, Olivia Robin, Michèle Perello, Valérie Boisgel, Jean-Pierre Honoré, Howard Vernon
Durata: 92′
Casa di Produzione: Transatlantic Production
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