Django Unchained

Django Unchained



Django…e la D è muta

Nessuno ci tocchi Tarantino. Tantomeno Cristoph Waltz, Jamie Foxx, Leonardo Di Caprio, Don Johnson, Samuel L. Jackson e Franco Nero. Detto ciò, non gridiamo al miracolo per “Django Unchained”. No.

Tarantino e il suo cinema citazionista, restauratore, ma anche innovatore, continua a creare gioielli per il pubblico, nonché a rivalutare generi e attori del passato. È sempre un piacere vedere un suo film e anche qui non si smuove dal suo dogma, dimostrando ancora una volta di conoscere tutte le regole del gioco, ma di volerle rielaborare a suo piacimento ma soprattutto a nostro uso e consumo.
Il defunto cinema di genere italiano gli ispira un’altra (bella) storia e se la volta scorsa era “Guerra” con “Quel Maledetto Treno Blindato”, questa volta è lo “Spaghetti Western” con Django, la “D” è muta mi raccomando, nome preso da un film di Sergio Corbucci del 1966, con Franco Nero. Un film mitico, adorato già all’epoca, che ispirò una serie infinita di imitazioni e spin-off e già omaggiato nientemeno che da Takashi Miike nel 2007.
Del lavoro di Corbucci, il Django moderno che diventa “Unchained”, si porta dietro solo ed esclusivamente la voglia di vendetta, per il resto, nel bene e nel male, Tarantino segue una sua strada, per nulla facile tra l’altro, andando a scoperchiare una delle colpe storiche maggiori degli Stati Uniti: la schiavitù. Ancora una volta si gioca con la storia quindi, molto rivisitata, resa migliore e molto liberatoria.

Il gioco però pur non avendo gravi difetti, a nostro modesto parere, non è così avvincente come quello di “Inglorious Basterds”. Forte dei suoi dialoghi lunghi e assurdi, Tarantino scardina la prima regola di un genere nel quale si parlava poco e soprattutto prima si sparava e poi si facevano domande. Ci mette meno ironia del solito, meno violenza e una regia meno avvincente rispetto al passato. Ma la mattanza simil splatter non manca. 

Va anche oltre a una legge fisica, superando quello che poteva essere un finale naturale e aggiungendo una lunga appendice. Lungo, decisamente lungo, forse un po’ troppo, questo “buddy movie” è, intendiamoci, un film che solo un genio come Tarantino poteva creare. Una pellicola che come poche riescono a parlare di un tema scomodo e di una fetta di storia scomoda, utilizzando un canale decisamente inusuale. 

Tra citazioni e autocitazioni cinematografiche infinite, c’è anche la mitologia germanica in questa storia che ha come protagonisti un uomo bianco e un uomo di colore. Il primo è interpretato Christoph Waltz, il cattivo cacciatore di ebrei tedesco di “Inglorious Basterds”, che qui diventa il bravo cacciatore di taglie tedesco, Dr.King Schultz. 
Un’interpretazione nuovamente eccezionale che gli ha fatto vincere ancora una volta il “Golden Globe” e sempre nuovamente lo ha fatto finire tra i candidati per un altro ”Oscar”. Il suo personaggio molto simile al Landa nazista, ci toglie l’effetto sorpresa, anche se, ribadiamo, Schultz è perfetto in ogni suo aspetto.

Con lui c’è il grande protagonista Django Freeman, uno schiavo liberato da Schultz e in cerca di vendetta, interpretato da un magistrale e a volte ironico Jamie Foxx. I due sono protagonisti di una storia di amicizia e pistole, antirazzista e piena di eventi.

Schultz è un sedicente dentista che gira su una buffa carrozza. Una notte incontra una colonna di schiavi in transito dalla quale vorrebbe comprare il buon Django. Le trattative con gli schiavisti non sono amichevoli, ma Django alla fine va via con il dentista. In realtà, il tedesco, tutt’altro che medico, è un cacciatore di taglie che ha la necessità di riconoscere tre criminali, che solo Django può identificare. Compiuta la missione, tra i due uomini nasce una bella amicizia e soprattutto un’intesa, per così dire commerciale. Django aiuta Schultz nel suo lavoro per tutto l’inverno. Poi, Schultz aiuta Django nel ritrovare sua moglie Broomhilda, usata come ragazza di piacere presso la piantagione “Candieland” di proprietà del giovane ereditario Calvin Candie. Con una banale scusa i due s’infiltrano, fingendo di voler comprare un mandingo. Ma anche qui le trattative non sono facili. Apparentemente sconfitto e nuovamente venduto come schiavo Django torna a Candieland per appagare la sua sete di vendetta e liberare Broomhilda come Sigfrido ne “L’Anello Dei Nibelunghi”

Nemici ed amici dei due, sono una serie di personaggi incredibilmente belli, resi magnifici dalle interpretazioni magistrali dei tanti grandi nomi presenti nel cast. Un casting questo, che è stato lunghissimo e pieno di indiscrezioni, con parecchi altri grandi nomi come Wil Smith, Sascha Baron Cohen, Kevin Costner, Kurt Russel più che vicini ad interpretare una parte. 

L’interpretazione migliore per noi è quella di un quasi irriconoscibile Samuel L.Jackson, che interpreta Stephen, il maggiordomo apparentemente insolente e rincoglionito, ma grandissimo consigliere, di Calvin Candie. Il ricco nobile proprietario di un’immensa piantagione è interpretato da Leonardo Di Caprio, un attore che negli anni, almeno fino al 2000, abbiamo sempre un po’ snobbato e discusso (scusate ma “Titanic” non si può guardare). Poi con una serie di interpretazioni buone in film decenti, ha guadagnato la nostra stima, qui confermata con un personaggio spocchioso, violento e astuto. Il grande cast si completa con i camei di Franco Nero, (non poteva mancare) e di Don Johnson altro odioso proprietario terriero. Nel suo segmento troviamo la scena più comica di tutto il film, una palese presa in giro del Klu Klux Klan, i cui membri indossano cappucci che gli coprono la visuale, facendoli girare a vuoto durante una (tentata) spedizione punitiva.
Non manca nemmeno Tarantino, il quale, se avete visto tutti i suoi film, potete immaginare che fine faccia. Dinamitardo ed esplosivo come il suo regista questo è un altro grande capitolo di cinema per un artista che per ora non ha sbagliato mai un colpo.

english2

 

Scheda Tecnica
Titolo Originale: Django Unchained
Titoli Alternativi: Django sin cadenas (Argentina, Cile, Messico),Đangova osveta (Serbia), Джанго без окови (Bulgaria), Django (Polonia), Django Lelo Ma’atzorim (Israele), Django Libertado (Portogallo), Django Livre (Brasile), Django desencadenado (Spagna), Django dezlantuit (Romania), Django elszabadul (Ungheria), Django, ο Τιμωρός (Grecia), Istrukes Dzango (Lituania), Nespoutany Django (Repubblica Ceca), Odbjegli Django (Croazia), Zincirsiz (Turchia) 
Anno: 2012
Nazione: USA
Regia: Quentin Tarantino
Cast: Jamie Foxx, Christoph Waltz, Leonardo Di Caprio, Kerry Washington, Samuel L. Jackson, Walton Goggins, Dennis Christopher, James Remar, David Steen, Dana Michelle Gourrier, Nichole Galicia
Durata: 165′
Casa di Produzione: Weinstein Company, Columbia Pictures, Brown 26 Productions

Leave a reply

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.