Antropophagus
…He’s coming for you
Il mago Joe D’Amato riesce ancora una volta ad incantarci, in qualche strano modo. Perché va detto, “Antropophagus” preso scena per scena è un trash incredibile, un film fatto malissimo.
Ma per qualche magia di uno dei più amati registi del “cinema di genere”, “Antropophagus”, tutto intero, diventa incredibilmente un capolavoro. Così tanto, da farci dimenticare un mostro decisamente troppo intelligente per un essere mosso solo dalla voglia di sangue, così tanto, da farci dimenticare una tecnica non di certo sopraffina.
Quindi questo film del 1980 è un altro colpo messo a segno dal folle regista romano, che come sappiamo poco prima ci aveva regalato l’altro cult “Buio Omega”. La situazione tecnica è la stessa. I mezzi sono pochi, gli effetti speciali ridicoli, ma la fantasia è molta e le intuizioni da mestierante, quelle che salvano tutto, sono in ogni inquadratura.
Ci troviamo di fronte a un film che cavalca un po’ di generi horror, passando dallo splatter, al gore e anche un po’ di slasher, ed entra nella storia grazie a due scene disturbanti divenute famose.
Il mostro che estrae un feto da una donna viva e lo morde (era un coniglio) e sempre il mostro che si auto-pratica l’antropofagia. Scene forti ancora oggi, anche per noi “evoluti” esseri umani del 2000, che però non dubitiamo della finzione, come fecero ai tempi i britannici che pensarono a uno “Snuff Movie” (!).
D’Amato ci racconta una storia semplice nella quale inserisce una grande tensione e diversi colpi di scena, oltre al già citato disgusto. Ci riesce, ricordando a volte Dario Argento e in parte il miglior Fulci, ma fallendo in altre occasioni dove tocca un po’ troppi luoghi comuni da film horror.
Il vero cardine di “Antropophagus” è la figura del mostro, interpretato da un magistrale George Eastman che ha in pieno “Le phisique du role” e che con qualche occhiata sbarrata e qualche intuizione del regista, riesce ad essere un mostro più che credibile.
Anche il resto del cast convince e fa parlare di se anche per una serie di curiosità. Vanessa Steiger è lo pseudonimo esterofilo per un’attrice che invece sarà da lì a pochi anni un’icona italiana: Serena Grandi. Giovanissima, lontano dai ruoli che la renderanno famosa, interpreta Maggie, la ragazza incinta. Poi c’è Tisa Farrow sorella di Mia e già vista in “Zombi 2”, oppure ancora Saverio Vallone figlio di Raf e l’esperta Zora Kerova. Chiudiamo con Maragareth Donnelly altro pseudonimo sotto il quale si nasconde la scrittrice Margareth Mazzantini, nei panni di una ragazzina cieca e in stato di shock.
Il suo shock, più che giustificato, è il risultato di un vero e proprio sterminio accaduto su un’isola greca. Lì arriva poi un gruppo di turisti, quattro per l’esattezza, che si renderanno conto che l’isola ormai disabitata è in balia di qualcosa di sovra umano.
Per tutto il resto come si diceva all’inizio, c’è poca arte e molta capacità di arrangiarsi, ma poco importa, quello che importa è che questo sia una pietra miliare del cinema di genere italiano.
Scheda Tecnica
Titolo Originale: Antropophagus
Anno: 1980
Nazione: Italia
Titoli Alternativi:L’anthropophage,Anthropophalus (Canada), Anthropophagous (Francia), Anthropophagous: The Beast (UK), Anthropophagus: The Grim Reaper, The Grim Reaper, The Zombie’s Rage, (USA), Der Menschenfresser, Man Eater – Der Menschenfresser, Man-Eater (Germania), Gomia, terror en el Mar Egeo (Spagna), O Antropófago (Portogallo), O anthropofagos (Grecia), Man Beast, The Savage Island (Indefinito)
Regia: Joe D’Amato
Cast: George Eastman, Vanessa Steiger, Zora Kerova, Tisa Farrow, Saverio Vallone, Margareth Donnelly
Durata: 90′
Casa di Produzione: Filmirage, Produzioni Cinematografiche Massaccesi (PCM) International
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