Il succhione

Il succhione

The year’s surprise vampire spoof!
Per una volta mi sento di dire che i titolisti italiani hanno fatto meglio di quelli originali. “Graf Dracula in Oberbayern” o anche “Graf Dracula (beißt jetzt) in Oberbayern” cioè il Conte Dracula in alta Baviera (o morde in…) è il moscissimo titolo di questa commedia tedesca del 1979 che in Italia è conosciuta (si fa per dire) con il titolo de “Il Succhione”. Meraviglioso. Centrato. Con quel briciolo, si fa sempre per dire, di malizia.
Italiani che incidono non solo nel titolo ma anche nella realizzazione con la presenza di Gianni Garko, che è il protagonista e Giacomo Rizzo.

Forse, visto il film, non è esattamente una cosa di cui andare fieri e sicuramente l’allora esordiente regista Carl Schenkel, che poi ha avuto...
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La casa de las mujeres perdidas

La casa de las

mujeres perdidas

A veces vengo en esta solitaria playa desnuda para recibir los primeros rayos del sol
Voglio uscire dal cliché, del cliché, che i film di Franco degli anni ottanta, sono tutti più o meno un concentrato di nudi e scene soft-core.
Oddio, lo sono, non lo metto in dubbio, ma in questo caso lo voglio vedere da un altro punto di vista.
Perché tolta la quantità di nudi e scene che vorrebbero essere hard ma si fermano un poco prima, questo film del 1983 ha (o avrebbe) una trama drammatica interessante.


Certo, come detto, il tutto viaggia con una Lina Romay, non brutta ma in fase calante, che quasi per tutto il film se ne sta nuda o poco vestita a toccarsi o a provocare il povero Antonio Mayans, che sarebbe suo padre, accompagnata da Carmen Carriòn e da Asuc...
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The Mighty Peking Man

The Mighty Peking

Man

Betrayed By Those They Trusted…
Questo film entra di prepotenza nella top ten dei miei film sui mostri preferiti. Tutto ciò grazie a modellini di autoveicoli e di città, esplosioni, terremoti, mutilazioni e blue screen, tutti molto, molto, artigianali.
Poi c’è pure una trama che scopiazza senza ritegno King Kong e che incornicia questo film come un’altra perla di quei mattacchioni degli Shaw Brothers da Hong Kong, con furore e sfacciatezza.
Un terremoto piuttosto fatto male è l’antefatto che sveglia una belva dell’Himalaya che il solito gruppo di spregiudicati anni dopo vuole catturare per esibirlo in pubblico e guadagnare soldoni.
Sulle sue tracce mandano un gruppo guidato da Johnnie Fang (Danny Lee) che raccattano ubriaco in un bar dove passa le sue gi...
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Altri 365 giorni

Altri 365 giorni

Sei tornata bambolina?
Il titolo originale è “The Next 365 days” ma senza dubbio quello italiano suona meglio, con quel “altri” che sembra più che altro una minaccia. Giustamente.
Il terzo capitolo della saga tratta dai libri Blanka Lipinska, uscito ad agosto su Netflix, lascia del tutto il suo aspetto da “50 sfumature” dei poveri per diventare un romanzo rosa alla Liala, la nota scrittrice del secolo scorso, icona delle storie d’amore altolocate.

Chissà se a lei sarebbe piaciuto un personaggio tipo Massimo Torricelli, interpretato dal solito Michele Morrone, sempre incazzato con camicia sbottonata e alle prese con loschi affari di cui non sappiamo niente, anche se emerge che abbia numerosi investimenti nel settore della ristorazione...
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Falla Girare

Falla Girare

Cosa faresti per salvare l’ultima piantina di marijuana della terra?
Non so se è per stringere un legame, sentirsi gli eredi di I soliti ignoti ma mi sfugge la passione del filone di commedie italiane, per i criminali casinisti e un po’ coglioni.
Comunque un altro esempio è “Falla Girare” commedia distopica che vede alla regia, per la seconda volta in un lungometraggio, Giampaolo Morelli.
Il buon Morelli su sceneggiatura di Gianluca Ansanelli e Tito Buffulini, dirige una storia originale che vaga tra il crime e l’action e i film di arti marziali, in un contesto distopico (molto, ma molto distopico come vedremo), mettendoci dentro una serie di gag che ai giorni nostri suonano come molto scorrette.


Scherza sull’autismo, scherza sui cinesi e sui luoghi comuni della gen...
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Il lupo di mare

Il lupo di mare

Altro che Poseidon, questo è il Figheidon!
Una pubblicità di 98’ minuti per le crociere, con un mare di donne, vogliose naturalmente, e un mare di musica (di merda). Spot di 98’ minuti per il duo Gigi e Andrea, anzi a dire il vero più per il secondo che appare anche prima nei titoli di testa. In pratica, uno spot dall’inizio alla fine. O se preferite una specie di cinepanettone. Ma andiamo con calma.

Gigi e Andrea il duo comico bolognese si trova agli ultimi scampoli (ci sarà ancora la fortunata serie TV “Don Tonino” e la compresenza in due film) di una fortunata e meritata carriera che li ha visti protagonisti della comicità anni ‘80 e protagonisti alcuni film, tra i quali l’indimenticabile “Acapulco, prima spiaggia… a sinistra”.

Probabilmente per...

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La puritana

La Puritana

She’s coming from the past, a young man is whispering the truth, her tears will start the body count.. who’s next?
Se l’apertura di questo film, con uno scorpione e una tetta in mostra, già fa volare, i primi minuti con la “straziante” morte di un certo Gabriele, tossico, rapinatore, costretto ai domiciliari in ospedale, assistito da Annabella (Margit Newton) e da un medico interpretato da Helmuth Berger, ci porta nell’iperspazio.
Sconclusionati, scazzati, poco in parte il terzetto apre a quello che per alcuni è il momento più alto della filmografia erotica di Ninì Grassia...
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Pearl

Pearl

Non mi piace la realtà
Le curiosità riportano che “Pearl” sia stato girato in gran segreto e in contemporanea con X, il primo film, con chiari e scuri (almeno per me) della trilogia di Ti West. Se così sono andate le cose, bisogna dire che gli sforzi maggiori, regista, autori e interpreti, li hanno messi qui, in “Pearl”, senza alcun dubbio.Tutto gira intorno alla performance straordinaria di Mia Goth che è pure sceneggiatrice, produttrice e tutto gira intorno al suo personaggio che dà il titolo al film e che vedremo anziana in X (non aggiungo altro)...
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X: A sexy horror story

X: A sexy horror story

Dying to Show You a Good Time
Ho letto cose magnifiche su questo film diretto da Ti West, uno dei registi horror più apprezzati di quest’epoca e le ho lette anche da parte di critici, notoriamente, dai gusti difficili.
Mi aspettavo dunque un capolavoro, che non ho visto. Non voglio fare, io, il difficile e lo voglio dire subito, questo primo capitolo della trilogia “X” non è un brutto film, ha tante cose buone, ma alla fine siamo sempre lì: a ricordare gli anni settanta e le pietre miliari dell’horror, “The Texas Chain Saw Massacre” soprattutto e tanti altri, arrivando fino a “Shining”.
Se fosse uscito venti anni fa, probabilmente direi che l’omaggio al cinema che fu è stupendo, interessante, sentito...
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Novelle licenziose di vergini vogliose

Novelle licenziose

di vergini vogliose

Ma che? È mai possibile che dovete scrivere sempre codeste zozzerie? Zozzone!
Titolo stuzzicante, canzoncina sui titoli di testa intitolata “Belzebù” (almeno credo), davvero divertente e regia di Joe D’Amato. E per di più un incipit niente male con Giovanni Boccaccio che sogna un viaggio nel girone degli “zozzoni” all’inferno.
Tutto pronto dunque per un film caldo, geniale, divertente. Almeno, è questo che si pensa, viste le promesse.
Purtroppo però questo lavoro del 1973 è abbattuto innanzitutto da una povertà di mezzi impressionante e poi da una scrittura raramente convincente. E poco serve la tonnellata di nudi, le storie “licenziose” (poi nemmeno più di tanto) a salvare il tutto. Per nostra fortuna il buon Joe D’Amato a...
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