Yellowjackets

Yellowjackets

We Are What We Pretend To Be, So We Must Be Careful What We Pretend To Be

Non mi sono mai schiantato con un aereo. Per mia fortuna. Ma se dovesse succedere, se sopravvivessi e finissi in una fitta foresta, la prima cosa che farei sarebbe quella di mandare un esploratore a cercare la civiltà. A maggior ragione quando si scopre che vicino al posto dell’impatto c’è una baita, quindi qualcuno fino a lì ci è arrivato. E c’è pure un fiume che finisce da qualche parte.
La pensano molto diversamente gli autori di Yellowjackets e hanno ragione, nonostante tutto, perché se avessero fatto quello che ho scritto, noi, non avremmo avuto il piacere di buttarci nella nostalgia degli anni novanta...

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Linda

Linda

Ron I need you, I’m nothing without you!

All’aeroporto di Funchal, uno dei più pericolosi al mondo, prima che diventasse il Cristiano Ronaldo Airport, atterrò, stando questo a questo film, Linda. Se vi chiedete chi sia Linda e perché il suo nome dia il titolo a questo lavoro di Jess Franco del 1981, sappiate che ce lo chiediamo anche noi. Ma procediamo con calma.
Franco ancora una volta ci riporta nel mondo degli strip club, aprendo il film con uno spettacolo erotico al “Rio Bravo” che finisce a frustate e sesso con il pubblico che guarda ordinando e bevendo drink. Un buon inizio si può dire. Per il genere intendo. “Linda” continua con una storia puramente sexploitation, di cattiverie, ricatti e naturalmente sesso. Anzi, sesso, cattiverie e ricatti.

La protagonista...

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Dexter: new blood

Dexter: new blood

You said you had all day. Well, I’ve got news for you. The night is mine.

Non so se ve lo ricordate ma uno dei primi, se non il primo, shitstorm su una serie tv, fu quello di “Dexter”. Tantissimi messaggi piuttosto incazzati per un finale che non rendeva onore a una serie tra quelle che hanno alzato il livello delle stesse, sia dal punto di vista della storia sia da quello tecnico. Dexter ha funzionato bene per circa quattro stagioni, trascinandosi poi nelle altre quattro fino al culmine di un finale a dir poco patetico.

Mi sembra anche di ricordare che la produzione negò con forza un possibile ritorno, mentre Micheal C. Hall si impegnò su altri fronti diventando anche il protagonista del musical “Lazarus”.
Ora non abbiatene a male, ma devo spoilerare...

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Cobra Kai 4

Cobra Kai

 

 

 

Quarta Stagione

Negli anni ’80 ero così annebbiato dalla cocaina e dalla vendetta da passare mesi a terrorizzare un adolescente per un torneo di karate

La notizia bella è che ci sarà una quinta serie. Quella brutta è che ancora una volta è evidente che i giovani/figli sono usati dagli adulti per raggiungere i propri obiettivi e per scacciare i propri fantasmi. Il che mi fa venire il grosso dubbio che fosse così anche ai miei tempi, cioè ai tempi di Karate Kid e che quindi, anche noi, siamo cresciuti in un mondo ipocrita che si nascondeva nella retorica dei buoni e cattivi. Comunque, inutile dilungarsi su queste cose, meglio parlare di Cobra Kai numero 4. L’esaltante quarta serie.

Con grande sorpresa questa stagione è particolarmente incisiva. Interessante...

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Bingo Hell

Bingo Hell

Ti senti fortunato?

Horror e un po’ di splatter usati come metafora non sono di certo una grossa novità ma Gigi Saul Guerrero la “La Muñeca Del Terror”, cerca di dare, con grande impegno, nuove prospettive e spunti di riflessione, affidandosi alla brava Adriana Barraza (candidata agli Oscar nel 2007) e un inquietante Richard brake, il Night King di “Games of Thrones” per due stagioni.
“Bingo Hell” è dunque più di horror, ma è anche meno di un film di critica sociale. E qui sta il problema.

Questo film prodotto dalla Blumhouse e da Amazon è un’interessante metafora sulla gentrificazione e sul tentativo di chi vive ai margini di cambiare vita, ma si limita a punzecchiare senza affondare il colpo.
La regista messicana fa tutto per bene, va sottolineato, dimostr...

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Hellbound

Hellbound

Perchè la gente pecca? Il concetto di peccato esiste perché noi scegliamo di peccare. Abbiamo dimenticato la vergogna, il rimorso, il pentimento e la redenzione

Altro audace colpo coreano che stupirà, forse, chi si è perso un bel po’ anni di arti visuali. Da là, si sa, da tempo amano stupire, andare oltre. E così, dopo il successo di Squid Game arriva Hellbound che forse anche grazie al traino della serie di Hwang Dong-hyuk o grazie all’attenzione che il pubblico ha in questo momento nei confronti della Corea del Sud, ha ottenuto un buon successo, nonostante sia una serie più tetra e horror.

Dietro a Hellbound troviamo Yeon Sang-ho (Train to Busan e Peninsula) che ci porta in una serie tratta da un inquietante webtoon, manga che si possono leggere on line (genere c...

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La Casa di carta 5 – seconda parte

La Casa di carta 5

Seconda parte

Paradossale, no? Che dobbiate usare la violenza per mantenere la pace

Non si attendevano colpi di scena che ribaltassero situazioni e ruoli, almeno per quanto mi riguarda, e in effetti “La casa di carta” chiude la sua fortunata (e sopravvalutata) storia con altri cinque episodi che seguono la linea della prima parte della stagione. Né più né meno.
Sempre con la voglia di non deludere la fan base, Pina, inserisce azione, intrecci romantici (che si sbrogliano), colpi di scena, cambi paradossali e soprattutto una caterva di flash back messi, con tutta evidenza, per raggiungere il minutaggio. O allungare il brodo se preferite.

Cambia poco insomma, anche se, come già detto, nel corso degli anni si è perso quell’aspetto naziol popolare legato alla banda,...

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Blood Red Sky

Blood Red Sky

It helps her body to produce new healthy blood

Vampiri-zombi su un aereo con terroristi. Una cosa che avrebbe fatto piangere di gioia qualsiasi regista di b movies. Già solo per questa idea di base “Blood Red Sky”, va visto. Un’idea originale, folle e parecchio stupida (nel senso buono del termine).

Ma la bellezza di questa idea è anche l’unica ragione per vedere questo film di Peter Thorwharth, perché il resto, dopo un inizio sprint, si perde in una serie di situazioni che oltre ad essere un classico per il genere sono poco avvincenti e non aggiungono nulla allo sviluppo della storia...

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Army of Thieves

Army of Thieves

You don’t have to go to Vegas to get lucky

Fare un prequel di un film sugli zombi ma senza gli zombi. Non male come idea. Sì, ok, “Army of the dead” non era solo un film sui morti viventi, ma anche un heist movie con tratti, a volte, romantici. Il suo prequel però, esclude quasi totalmente i mostri per puntare tutto su un heist movie europeo incentrato sulla figura di Dieter, interpretato da Matthias Schweighöfer che dirige su la sceneggiatura scritta da Shay Hatten su idea, ovviamente, di Zack Snyder.
Co-protagonista è Nathalie Emmanuel, l’indimenticabile Missandei di “Games of Thrones”. Ci tenevo a dirlo subito per la mia passione (del tutto artistica) per Nathalie, che qui dimostra ancora una volta una certa bravura...

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Old

Old

It’s only a matter of time

Con tutta tranquillità questo potrebbe diventare il film di riferimento di vari complottisti. Uno scacco matto a chi governerebbe il mondo da parte di M. Night Shyamalan, che si ispira alla grafic novel “Château de sable”, scritta da Pierre-Oscar Levy e disegnata da Frederik Poetesche a quanto pare gli fu regalata dai figli e che subito lo colpì al punto di comprare immediatamente i diritti.

Direte: se è ispirata a una graphic novel, che colpa ne ha il regista di eventuali tesi complottiste che hai citato nelle prime righe? Beh il regista americano ha cambiato alcune cose, come il finale, ed è lecito pensare che abbia anche cavalcato l’onda di questi ultimi anni.
In ogni caso Shyamalan ci porta in un horror/thriller incentrato sul passare del te...

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