Bastardi a mano armata

Bastardi a mano

armata

Fate quello che vi dico io e finirà tutto presto

L’interessante sfacciataggine che hanno diversi giovani registi di genere nell’andare a toccare mostri sacri del nostro cinema raggiunge un altro punto. E ci fa piacere.
Questa volta è Gabriele Albanesi già apprezzato su queste paginacce per “Ubaldo Terzani Horror Show” e “Il bosco fuori” che lascia il genere horror per entrare nel noir. E soprattutto nella scia del maestro Fernando Di Leo.
Non è facile confrontarsi con uno dei più grandi registi italiani di genere ma Albanesi, sembra non aver paura e si getta con grande impegno in una storia che in parte ricorda “Vacanze per un massacro” che sì, non è l’esempio migliore del cinema di Di Leo, ma siamo sempre nei territori amati dal grande regista e ...

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Sky Rojo

Sky Rojo

Questo è il mio club. Trascorriamo le notti qui su un divano in similpelle rossa, cercando di apparire meravigliose quanto basta per far sì che dei tizi spregevoli ci portino a letto

L’Armada Invencible delle serie TV spagnole colpisce ancora. Re Alex Pina è inarrestabile e in attesa dell’ultimo capitolo de “La Casa di Carta” e dopo “White Lines”, ci propone in combutta con Netflix il tanto atteso “Sky Rojo”.
Solo otto puntate (tranquilli è già stata annunciata la seconda stagione), di mezz’ora circa in cui si nota il classico stile delle serie spagnole: il kitsch e la tamarraggine. E va sapere perché, tutte o quasi le serie iberiche devono soffrire di questa cosa.

“Sky Rojo” sembra puntare con onore all’exploitation femminile, parlando di sesso e m...

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Hausen

Hausen

Devi ascoltare ciò che proviene da dietro le pareti

Non c’è un raggio di luce, reale o metaforico, in nessuna delle otto puntate di “Hausen”. Un incubo sospeso nel tempo tra oggetti anni ottanta e l’Euro, perso nell’oscurità di un enorme caseggiato che rimanda all’edilizia della DDR.

In effetti, è questa l’ispirazione del regista Till Kleinert, qui in veste solo di autore e ideatore con Anna Stoeva, che nel 1984 si trasferisce con la madre in un enorme palazzo tetro e ancora non connesso con la città. L’idea della storia però arriva nel 2006 sull’onda di “Hospital der Geister” di Lars von Trier, che gli fa pensare a quanto, sarebbe “bello” raccontare le inquietudini, le esperienze, della sua infanzia in chiave horror.

Ed ecco “Hausen” prodotto ...

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All my friends are dead

All my friends

are dead

I think the sweetest fruits is often forbidden

I Turbonegro sono una band norvegese che viaggia tra il punk, death metal e hard core, un po’ controversa ma dall’intensità e ritmi altissimi. Uno dei loro brani più conosciuti s’intitola “All my friends are dead” proprio come questo film polacco. E proprio come la canzone, mi aspettavo da questo lavoro, dell’esordiente Jan Belcl, le stesse cose. Velocità, grinta, cattiveria.

Devo dire che i primi minuti hanno accontentato le mie aspettative. Due poliziotti idioti indagano in una strana scena del crimine. Poi un flashback ci mostra una scatenata festa di capodanno con tanti personaggi assurdi che si perdono tra alcool, musica e qualche battuta demenziale.

Piazzata la storia e presentati i protagonisti,...

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Il principe cerca figlio

Il principe cerca

figlio

Che ci fai di nuovo qui Hotel Rwanda?

Già leggendo l’orrendo titolo italiano, viene in mente il libro “Retromania” di Simon Reynolds, che sì, parlava in prevalenza di musica, ma che spiegava la nostra mania per la riproposizione (diciamo riciclo) del passato.
E, in effetti, questa regola vale anche per il cinema e, “Il principe cerca figlio” ovvero “Coming 2 America” è l’ultimo e noioso esempio.

Non c’è John Landis, sostituito da Craig Brewer (e per noi non c’è più purtroppo Tonino Accolla a dare la voce a Murphy) e il buon Eddie raduna tutti i protagonisti del cult del 1988, ad eccezione di Samuel L. Jackson, impegnato in altri progetti ma con l’aggiunta di Wesley Snipes e un breve cameo di Morgan Freeman...

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Red Dot

Red Dot

Dovete stare uniti lassù, le notti fredde non sono uno scherzo.

Dal primo film svedese prodotto da Netflix, arrivano nuove dinamiche per quelle belle vacanze alla “Un tranquillo weekend di paura”. Un lavoro che, infatti, oltre alla tecnologia già citata nel titolo, inserisce una coppia multietnica e altre cose/situazioni attuali.
Va detto che alla fine “Red Dot” non sembra altro che questo, una versione aggiornata del film di Boorman e già dai primi minuti la storia si incanala nei canoni classici del genere.

Dave e Nadia (più il cane) sono una giovane coppia che per rinsaldare un legame un po’ in crisi accettano il regalo di un vicino di casa: un weekend tra i boschi a vedere l’aurora boreale.
E nel paesino in cui soggiornano, si imbattono nei classici bifolchi ...

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Lockdown all’italiana

Lockdown

all’italiana

-Lei di dov’è mi scusi?
-Pescara
-Ah…vede io a volte vado a caccia…alle volte vado a Pescara

Non sono un fan dei Vanzina. Penso che Greggio sia un comico piuttosto scarso che non si è mai mosso dalle già banali gag degli anni ottanta.
Martina Stella mi ricorda un mio insegnante di teatro che solo a sentirla a nominare si sentiva male. Non ho grandi idee su Ricky Memphis.
Nonostante questa premessa ho solidarizzato con tutti loro quando è uscito questo film. Come ricorderete il solo pubblicare la locandina e il trailer ha scatenato una serie di commenti sui social: “Ma non vi vergognate neanche un po’? Di tutte le persone che lavorano a Medusa, a nessuno è venuto in mente che stavate a fare una stronzata?” e “Niente, fatevi schifo”...

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Alice in Borderland

Alice in

Borderland

Game start

Quelle strane idee giapponesi, tra distopia, mistero, sangue e azione, che ci piacciono tanto e che Netflix, per fortuna, non si è fatta sfuggire. “Alice in Borderland” è una serie Tv tratta dall’omonimo manga (titolo giapponese Imawa no Kuni no Alice) di Haro Aso pubblicato dal 2011 al 2016, al quale poi sono seguiti due spin off e tre Original Anime Video.
Non abbiatene a male, ma non ho letto il manga però da quanto apprendo la serie TV segue con alcune varianti la storia, sia dal punto di vista narrativo, sia da quello dei personaggi.

Personaggi che sono il punto debole di questo lavoro, perché rappresentano i cliché del genere: il protagonista nerd, l’eroina intelligentissima, i villain ai margini della società e una serie di comprimari miste...

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La noche de los Asesinos

La noche de

Asesinos

They have moved me to jealousy
with that which is not God. They have provoked me to anger with their vanities. And I will move them to jealousy
with those which are not a people

I titoli di testa riportano che questa pellicola è ispirata a “El Gato y El Canario” di Edgar Allan Poe. Un bel credito, colto, interessante e spaventoso. Solo che “El Gato y El Canario” sarebbe “The Cat and the canary” un’opera teatrale di John Wiliard e inoltre, dicono diverse fonti, Franco avrebbe detto di essersi ispirato anche a un’opera di Edgar Wallace.
Un bel mistero (posso presumere che il nome di Poe fosse un richiamo più “commerciale”) oscuro tanto quanto questo film che vede il nostro amatissimo Jess alle prese con un thriller/gotico.

Girato nel 1974 ad Al...

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Goal of the dead

Goal of the dead

Il calcio è uno sport di squadra. La sopravvivenza no

Avete presente quei calciatori che non hanno grandi numeri da mostrare, ma che riescono grazie all’impegno e all’astuzia a compiere in maniera egregia il proprio lavoro? Ecco, quelli. Loro rappresentano esattamente “Goal of the Dead” film francese del 2014 diretto da Thierry Poiraud e Benjamin Rocher. Una horror/comedy che guarda con ammirazione (come tutte le horror comedy) “Shaun of the dead”, palesemente citato nei titoli di coda e che non ha colpi da fuoriclasse ma come detto, con astuzia e impegno passa abbondantemente la prova.

Innanzitutto l’idea è originale. Forse sbaglierò, ma non mi sembra di aver mai visto o sentito di horror ambientati nel mondo del calcio...

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