Cobra Kai – Seconda Stagione

Cobra Kai

Seconda Stagione

No Mercy

Giusto un piccolo cambio per evitare che il colpo sia identico al precedente e abbatta lo spettatore più per noia che per la forza. Per farla breve, lasciando stare doppi sensi, “Cobra Kai” muove leggermente il punto di vista di una storia, che, di fatto, era ad alto rischio di essere ripetitiva. Perché diciamocelo, oltre alla rivalità dei due alfieri del karate, che altro c’è da dire? Poco, pochissimo, figli e discepoli a parte, che comunque non sono questa grande novità.

Così, anche se Lawrence e LaRusso sono sempre loro, c’è un maggiore bilanciamento nella narrazione con i problemi e le voglie di rivincita dei due che viaggiano in parallelo, a debita distanza, ma che ogni tanto si sfiorano e un paio di occasioni (le più interessanti e...

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Cobra Kai

Cobra Kai

Strike First, Strike Hard

Gli incontri migliori: quelli che nascono per caso. Tipo che mi appare su “Netflix” questo “Cobra Kai” presentato come il sequel di “Karate Kid” e, visto che a parte un paio di cose non c’è molto altro da vedere in questo periodo, decido che devo vederlo. Lo devo vedere perché promette bene. Promette quel trash di sudore, onore e gloria, che già il film del 1984 ci dava in dosi massicce.
Poi, “Karate Kid” è stato per la mia generazione il film dell’infanzia, del mondo in cui vincevano i buoni e gli americani erano dei gran fighi, un film che non sfigurava al confronto del colosso “Rocky”, e che narrava, anch’esso, le avventure di un altro italo americano, volenteroso e talentuoso...

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Horror of the Blood Monsters

Horror of the

blood monsters

You’ll scream yourself into a state of shock!

Come si fa a parlare con un’aliena Tagoni? Molto semplice, si mettono un aggeggio nel cranio, tagliando dietro l’orecchio e cambiando così le sue onde cerebrali. Operazione da fare tranquillamente all’aperto e in pochi secondi, eh.
Al Adamson è uno dei motivi dell’esistenza di questo blog e il geniale regista americano ogni volta regala grandi soddisfazioni. Qui, però, tocchiamo punte memorabili, sia dal punto di vista della storia che da quella della produzione.
“Horror of the blood Monsters” si apre con dei vampiri urbani che fanno incetta di vittime...

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La Professoressa di scienze naturali

La Professoressa di

scienze naturali

Una coscia! Una coscia che si scoscia
Che?
Che si spoglia!
-Ah!

Come tutti quelli della mia generazione, come tutti quelli della generazione precedente, cresciuti con questi filmacci, ho sperato per anni di avere una professoressa cosi. E come sempre, quando guardo film di questo sotto genere, il mio pensiero va alle speranze disilluse.
Ma non voglio divagare, ma parlare di questo film del 1976 di Mariano Laurenti, direttamente, in cui il commento sonoro di Alessandro Alessandroni e la bellezza di Lilli Carati fanno dimenticare almeno in parte la ripetizione del canovaccio del genere.
Va anche detto, come pregi che, Gianfranco D’Angelo non fa il professore di ginnastica, ma il farmacista e che Mario Carotenuto non è un preside ma un prete...

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The Rain

The Rain

Can they survive each other?

Mi piace pensare che gli autori di “The Rain” abbiano letto la mia recensione della seconda serie. Mi piace pensarlo, ma naturalmente le cose non sono andate così, ma in ogni caso hanno rimediato abbondantemente a quella che era diventata una soap opera adolescenziale. Perché “The Rain”, numero tre, ultima stagione in assoluto, mette in secondo piano gli affari e i problemi di cuore dei più giovani (che non mancano del tutto) per darci sei puntate piene di situazioni che portano alla conclusione della storia.
Poche chiacchiere, molta azione e colpi di scena, con un finale tutto sommato sensato, di nuovo inizio per il genere umano.
Certo come per tante altre serie apocalittiche, i noti fatti di cronaca di quest’anno, aiutano la visione ...

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Fear the Walking Dead

Fear the Walking Dead

Stagione 5

Just tell me where you’re from, what you are, what you’re doing out here

Spulciando questo fantastico sito, ho notato che non ho scritto nulla in merito a “Fear the Walking Dead”, stagione numero quattro. Non ricordo perché, forse me ne sono dimenticato o forse, nonostante gli sforzi di cambiare e l’inserimento di Morgan col suo bastone, già di “The Walking Dead”, l’ho giudicato ininfluente. Beh, in ogni caso siamo alla quinta serie.
Anzi, oserei dire la “coraggiosa” quinta serie. La “buonista” quinta serie, usando un termine caro alla destra. Coraggiosa e buonista, perché forse gli autori si sono resi conto che la linea narrativa di questa serie, partita come alternativa sociale e geografica del ben più noto “The Walking Dead”...

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The Fruit is Ripe

The Fruit is Ripe

As free as the breeze…As wild as the wind

Patricia, la protagonista, si fa largo nella vita a colpi di tette. E la cosa forse ha sconvolto chi in Italia decideva i titoli e che ha trasformato “Griechische Feigen” (cioè i “Fichi greci”, meglio conosciuto come “The Fruit is ripe”, “il Frutto è maturo”) in “La porno villeggiante”.
Chissà se questo titolo “gustoso” ha portato al cinema più gente di quello che avrebbe fatto una traduzione letterale, ma di certo ha stravolto il senso di un film che non è un porno e non parla di una villeggiante che scopa senza pensarci più di tanto. Anzi, “The Fruit is ripe” parla di libertà, emancipazione, di voglia di vivere e critica apertamente la società e chi ne è al comando...

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St.Tropez, St.Tropez

St.Tropez, St.Tropez

Ma sai che questa cosa delle mazzate, mi sta facendo arrapare più della filosofia di Abbagnano?

Anche se siamo nel 1992, c’è ancora qualcuno che ha voglia di anni ottanta. Fuori tempo massimo. E non è una gran cosa per un film.
Castellano & Pipolo sono i registi e autori di una sceneggiatura che punta su quattro donne forti, protagoniste delle solite storie che viaggiano in parallelo. Ma a parte questa interessante idea, le scelte del cast sono quasi tutti sbagliate e le vicende non hanno mordente. Non si ride, insomma, nemmeno per sbaglio.

Oltre a una recitazione pessima e un’orrenda colonna sonora (anni ottanta of course) di Zambrini, c’è pure un’azzardata scopiazzatura di “L’emmerdeur”, meglio conosciuto nella versione cinematografica americana...

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Summer Lovers

Summer Lovers

Jealousy doesn’t show how much you love someone, it shows how insecure you are.

Super spot americano per Santorini, con una ricca produzione e con MGM tra i distributori. Alla regia, non uno a caso ma Randal Kleiser, cioè quello di “Grease” e “The Blue Lagoon” che dirige Peter Gallagher, Daryl Hannah e Valérie Quennessen, giovani, rampanti e pronti, soprattutto i primi due, a far carriera, mentre la terza, Valérie, si ritira presto dalle scene e altrettanto presto muore in un incidente stradale.
Ma qui non c’è spazio per la tristezza, perché Kleiser descrive Santorini in maniera più che solare, sottolineando le bellezze naturali, le case da cartolina, la fama internazionale che porta tanti turisti da tutto il mondo, ma anche descrivendo il posto come una

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Ferragosto O.K.

Ferragosto O.K.

-Ridi, ridi, che la mamma fa l’entreneuse

Non è Natale senza “Una Poltrona per due” e non è Ferragosto senza “Ferragosto O.K.”. Mediaset e le sue “imperdibili” tradizioni ci propone anche quest’anno questa mini serie ferragostana del 1986, diretta da Sergio Martino che inizia un periodo di prodotti per la TV collaborando spesso con Reteitalia, l’attuale Mediaset e per la quale dirige nello stesso anno il film per la TV “Doppio Misto”. Martino è anche reduce dal mezzo fallimento di “Mezzo destro e mezzo sinistro”, girato in parte a San Benedetto del Tronto che è la stessa location di “Ferragosto O.K”.

Il titolo non lascia molto spazio all’immaginazione e subito viene in mente il filone vacanziero, ma questa è più una commedia, stretta p...

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