The Cerimony

The Cerimony

-What kind of kissing is this? Don’t you watch any movies? Mother, what kisses do they give! Like plungers! But you? Don’t you sexualise?
-Oops! Now come on, leave me alone. Let me work now, please…
-Ulysses also had work and Penelope found 300 suitors!

Apertura su un tramonto di quello che poi si scopre essere il mare di Itaca. Un’immagine da cartolina, anche con l’orrenda versione del film che sto guardando, credo rippata da una vhs o giù di lì. Poi, subito dopo una ragazza è impegnata in controluce in un atto di autoerotismo sugli scogli, mentre una voce parla delle sue voglie. E non solo, la voce ci racconta anche di quanto siano semplici (e lussuriosi) gli abitanti di questa bella isola, dove si può evidentemente fare sesso sulla spiaggia. La ragazza intanto continua...

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Robinson und seine wilden Sklavinnen

Robinson und seine

wilden Sklavinnen

We shouldn’t argue, Sam. The boy is for both of us

Un demenzialissimo Jesús Franco in un film internazionale, prodotto dal grande Artur Brauner con il quale lavorò spesso, ad esempio nel capolavoro “Vampyros Lesbos” e “Sie tötete in Ekstase”, oltre a “X312 – Flug zur Hölle”, “Jungfrauen-Report”, “Der Todesrächer von Soho” e altri ancora (per la cronaca Brauner produsse anche “L’etrusco uccide ancora” e “L’uccello dalle piume di cristallo” e tantissimo altro, film erotici compresi).

Un film poco conosciuto, questo, che parodia “Robinson Crusoe” in cui il regista spagnolo, seppur nel suo periodo di massimo splendore, si limita dietro la macchina da presa a svolgere il compito senza esaltare lo spettatore.
Con...

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Hasta el viento tiene miedo

Hasta el viento

tiene miedo

Uno nunca sabe lo que
quieren los muertos

Veloce come il vento, in ventiquattro minuti abbiamo già la storia piazzata e tutti i protagonisti bene in vista. E così, nei minuti centrali si scorgono momenti riempitivi che ci portano poi a una seconda parte in cui la storia torna a essere frizzante.
A parte questa fretta iniziale “Hasta el viento tiene miedo” (o nel titolo internazionale “Even the wind is afraid”) è un grazioso horror messicano di Carlos Enrique Taboada, icona del genere.

Questo è un film che nonostante i segni del tempo rimane gradevole ancora oggi, mostrando una certa capacità da parte del regista nel gestire la suspense. Taboada lavora molto bene sia con la musica composta di Raúl Lavista, un apprezzato compositore messicano, sia co...

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Montecarlo Gran Casinò

Montecarlo

Gran Casinò

-Lei gioca a backgammon?
-Me vie’ da ride! Perché praticamente il backgammon l’ho inventato io

Film vanziniano e 80’s che di più non si può. “Montecarlo Gran Casinò”, propone la nota formula del più ce n’è, meglio è (come diceva degli amici, una celebre canzone di quel periodo). Quindi (ri)troviamo una lista piuttosto ampia di comici di richiamo accompagnati da belle attrici. Tutti alle prese con una serie di sketch in pieno stile anni ottanta, che sparano alto sugli status symbol.
Una sorta di continuazione di “Yuppie – I giovani di successo” e di “Via Montenapoleone”, l’ennesimo momento, insomma, di celebrazioni della “Milano da bere” e del craxismo, trasferiti però a Montecarlo, dove la febbre del gioco colpisce alcuni italiani.

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La casa stregata

La casa

stregata

-Calma, calma, c’è una sorpresa. Mi sembrate un po’ mosci. Facciamo un gioco. Allora: tutte le puttane da una parte e i froci dall’altra!
-Ma io non sono mica frocio!
-No, il gioco delle bugie lo facciamo dopo! Allora, io conto fino a trenta e nel frattempo voi vi scambiate le mutande…
Mi dispiace dare un dispiacere al me bambino. E a tutti quelli, adulti inclusi, che sanno a memoria diverse battute di questo film.
Perché sì, va detto, “La casa stregata” è un classico degli anni ottanta, una commedia adatta a tutti, che, appunto, è entrata nei cuori di tanti. Gaetano, il cane, su tutti.
Trentotto anni dopo, finita la magia dello stupore fanciullesco, per dirla in maniera poetica, devo dire che a rivederlo evidenzia diversi limiti, che nulla c’entrano col tempo...
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La Masque de la Méduse

La Masque de la

Méduse

Tu veux encore tué Meduse?
Sarà che ai giorni nostri Il discorso intrapreso in “La nuit des Horologes”, che doveva essere l’ultimo atto di una lunga carriera, trova una sua continuità in “La masque de la Méduse” che esce, quasi a sorpresa, nel 2009. E tra l’altro nemmeno questo doveva essere l’ultimo film, perché Jean Rollin aveva in mente un altro progetto che però non riesce a realizzare.
Ci troviamo dunque in un lavoro in cui si fa di nuovo il punto di una vita e si parla di memoria e morte. Un film che inizialmente, durava solo sessanta minuti ai quali il regista aggiunse un’altra ventina di minuti creando così un film in due parti e rimandando curiosamente all’esordio di “Le viol du vampire”.

Con il suo stile lento e malinconico,...
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Sotto il sole di Riccione

Sotto il sole

di Riccione

Io fino a qualche giorno fa non avevo idea di cosa fosse l’amore
Sarà che ai giorni nostri “Le navi salpano/Le spiagge bruciano/Selfie di ragazze dentro i bagni che si amano/La notte è giovane”, ma l’essere umano è sempre lo stesso. I suoi bisogni, le gioie e i dolori, la ricerca della felicità. Almeno, credo sia così, non essendo parte di questa generazione posso solo credere a quello che vedo e in questo caso a quello che vedo in “Sotto il sole di Riccione”.
Film fresco, fresco, prodotto da Lucky Red, Mediaset (che su “Cine34” cerca di fare da traino) distribuito da Netflix e parte dunque dell’alleanza italiana con il colosso americano.
Dietro a questo film c’è la mano Enrico Vanzina che omaggia il fratello Carlo rispolverando l’idea...
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365 Giorni

365 Giorni

Ti sei persa bambolina?
La segnalazione era illuminata: “Devi guardare “365 Giorni” è di un trash che manco t’immagini”, mi scrive una persona su Facebook.
E grazie a questo e al fatto che le news riportano che questo film è tra i più visti a livello mondiale su “Netflix”, ho deciso di guardarlo. E, in effetti, a livello di trash, ha tutto quello che serve.


Un paio di notizie “istituzionali” innanzitutto, il film è tratto dal primo libro di una trilogia scritta dalla polacca Blanka Lipińska, che ebbe l’idea durante un viaggio in Sicilia e che ha dichiarato di non apprezzare le “Cinquanta Sfumature” sebbene a vedere il film, siamo alle prese con una specie di variante...
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Antrum

Antrum:

The Deadliest Film

Ever Made

There’s a reason why you haven’t seen Antrum: you’d be dead
Nel 1979 uscì un film dell’Est Europa, intitolato “Antrum”, che passò alla storia non per la sua bellezza ma perché chiunque lo vedesse, moriva o rischiava seriamente la vita. Capitò, ad esempio, che un cinema a Budapest andò a fuoco uccidendo gli spettatori. Il film fu tolto dalla circolazione.
Negli anni novanta fu recuperato e proiettato in un cinema di San Francisco e in quell’occasione un’isteria collettiva, forse causata da un brutto scherzo di un dipendente del cinema, causò una vittima (una donna incinta) e diversi feriti. Morirono anche diversi curatori di Festival che avevano pensato di proiettare il film.

Ora, dei produttori hanno ripreso la pellicola, che negli an...
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Two Thousand Maniacs!

Two Thousand

Maniacs!

Wait a minute, folks! Wait a minute! We’re embarrasing our guest! We’re not showing any sportsmanship at all!

Quando su le “Cahiers du cinema” scrissero che “Blood Feast” e “Two Thousand Maniacs!” erano tra i film horror più belli di tutti i tempi e che Herschell Gordon Lewis era un “soggetto per ulteriori studi”, il regista rispose che “Questo è quello che dicono sul cancro”.
E questa splendida battuta di humor nero, spiega molto più di mille parole il pensiero di quel mattacchione di Herschell Gordon Lewis.
Ritroviamo il nostro e l’amico Friedman nel 1964, infatti, con tanta voglia di fare le cose in grande, almeno, a detta loro, con una storia più complessa del mitico “Blood Feast”. Un budget tre volte più grande (si stima che “Bl...

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