7 sconosciuti a El Royale

7 sconosciuti a

El Royale

All Roads Lead Here

Il pessimo titolo italiano che scimmiotta “The Hateful Eight”, ha in realtà un pregio. Spiega molto, se non tutto, di questo film. Dietro alla macchina da presa e dietro alla macchina da scrivere (naturalmente non era una macchina da scrivere, ma mi piaceva l’assonanza retrò vista l’ambientazione) troviamo Drew Goddard nominato agli Oscar per la sceneggiatura di “The Martian” e apprezzato regista di “The Cabin in the Woods”.

Questa volta Goddard si butta in un thriller/crime che ha molto dell’ultimo lavoro di Tarantino, sia dal punto di vista della storia, sia dal modo di dirigere e ha anche quella punta di ironia caustica che ben conosciamo. Un gioco di riferimenti e ispirazioni che apprezzo ma che porta “Bad Times a...

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Byleth (il demone dell’incesto)

Byleth

(il demone

dell’incesto)

Byleth, il demone dal viso d’angelo, dagli occhi profondi come quelli delle danzatrici sacre”
Byleth, dice Wikipedia, è uno dei re dell’inferno e qui, non ho trovato altre fonti a riguardo, diventa un demone dell’incesto, di cui Mark Damon è un fedele servo fin dall’infanzia.
Mark Damon, lui, volto noto del cinema di genere con un curriculum dignitosissimo è il grande nome di richiamo per questo film di Leopoldo Savona, regista arrivato quasi al termine di una carriera spesa con soddisfazione.
“Byleth” del 1972 avrebbe tutte le possibilità per essere un horror interessante, visto il regista e il cast e visto la stuzzicante tematica (“il demone dell’incesto” è il sottotitolo)...
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Skyscraper

Skyscraper

Men are a disease. Eighty-Six Floors Of Action-Packed Terror!.

La “reincarnazione” di Jayne Mansfield. La super modella degli anni novanta. La Playmate. Lei è ovviamente Anna Nicole Smith sogno di quei tempi e protagonista delle cronache dell’epoca a causa del noto matrimonio con l’ottantaquattrenne miliardario J.Howard Marshall.

Non la prima sortita nel mondo del cinema, “Naked Gun 33 1/3: The Final Insult”, la vede tra i protagonisti e nemmeno l’ultima, ma di certo quella più trash (al netto degli speciali su di lei). Un film d’azione del 1996 che non fa rimpiangere i migliori B Movie della storia grazie a una trama improbabile, tanto quanto la regia e la recitazione.

Inutile dire che, gran parte del lavoro tocca a lei, sia nuda sia vestita. La vediamo i...

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Andromina: The pleasure Planet

Andromina:

The pleasure Planet

Men are a disease. They infect us, distract us and generally lower the standard of living.
Tre astronauti sono abituali frequentatori di Andromina, un pianeta famoso per essere un “pleasure planet” in cui c’è un noto strip club, delle galassie.
Purtroppo lo strip club è a rischio chiusura, causa mancanza di ballerine. E i tre, Omar, Cody e Jeeter decidono di partire alla ricerca di nuove ballerine. Finiscono su un altro pianeta dal nome “interessante” cioè, il pianeta Eros. Lì però le loro strade e i loro destini si dividono. Chi viene imprigionato, chi venerato e chi usato come macchina da riproduzione.

La “Surrender Cinema”, che sembra abbia chiuso da pochissimo, è stata una delle case di produzione che come “mission” aveva quella ...

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Horror Express

Horror Express

There’s a stink of hell on this train. Even the dog knows it!

Quei due mattacchioni di Cushing & Lee, se ne vanno in vacanza in Spagna. O per meglio dire salgono sulla Transiberiana portandosi tutto il loro bagaglio. Perché dalle prime immagini, questo film spagnolo diretto da Eugenio Martín, sembra uno dei tanti prodotti della “Hammer” con i due e quasi sicuramente la produzione, per ovvi motivi, decide di seguire lo stesso stile.
A loro si aggiunge Telly Savalas e una serie infinita di ottimi attori di genere tra i quali Alberto De Mendoza, Julio Peña, Helga Liné e tanti altri.
Nasce così un film curioso, stiloso, che vira incredibilmente sul finale verso un’inaspettata sfumatura sci-fi.

Le curiosità su questa pellicola sono infinite e Wkipedia, riporta ch...

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L’infermiera di Campagna

L’infermiera

di Campagna

Vedi Marco per fare l’amore bisogna essere in due

Il titolo americano è “Emanuelle in the country” e più che un apocrifo è un tentativo di fregarli, come la leggenda dei turisti che comprano il Colosseo. Sì, una vera fregatura, perché questo film non è nemmeno un barzelletta-movie. Più semplicemente è un film di Mario Bianchi che punta sul nome della protagonista (Laura Gemser ovviamente), su dei caratteristi noti (Aldo Sambrell, Nino Terzo, Aldo Ralli), su Gabriele Tinti e su un sexy cameo di Femi Benussi. Il tutto poi è infarcito di scene soft-core con grandi attori dell’hard una cosa che fa pensare all’esistenza di una versione porno.
Scene giustificate anche da un altro titolo, cioè, “Messo comunale praticamente spione” con un persona...

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Satanic Sisters

Satanic Sisters

And now, it’s time for your injection

Quando il Franco ha la mano calda, non va tanto per il sottile. Spara subito una sventagliata di tette su giro sitar e poi una serie interminabile di donne nude e scene soft-core etero e lesbo.
Certo ci vuole quasi mezz’ora prima di capire, almeno, qualcosa. Ma sapete come era il buon Jess Franco quando aveva Erwin C.Dietrich alle sue spalle? Non pensava alla sostanza, ma alla carnazza. E bisogna essere onesti, qui ce n’è in abbondanza è di grande qualità grazie alla presenza di Pamela Stanford, Karine Gambier, Esther Moser e la meteora Marianne Graf. Al loro fianco il fedelissimo Jack Taylor e l’attore di genere Kurt Meinicke e l’immancabile Erik Falk.

rispetto ad altri lavori erotici commerciali, il regista spagnolo, q...

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Night Call Nurses

Night Call Nurses


 

It’s always harder at night

Una ragazza (in topless) si getta da un terrazzo di un ospedale. Il grido, poco credibile, di terrore dell’infermiera non la ferma. E poi parte una musica pop sui volti sorridenti di quelle che si scopriranno essere le tre protagoniste, cioè Barbara, Janis e Sandra. Un inizio a dir poco cinico e malizioso, per l’esordio di Jonathan Kaplan divenuto col tempo, come sappiamo, un regista e produttore importante e lontano da lavori di questo tipo. E non solo, perché tra gli sceneggiatori c’è un altro nome noto: il premiato George Armitage. Produce Julie Corman, la moglie di Roger, con la loro “New World Pictures”.
Il siparietto iniziale che lasciava sperare a qualcosa di weird, in realtà apre a un film girato in quindici giorni...

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Fyre

Fyre

The Greatest Party that never happen

 

Come sia stato possibile che nell’era dei social mi sia perso questa memorabile figuraccia, me lo chiederò sempre. Ci pensa però “Netflix” a colmare il vuoto con un appetitoso “la più grande festa mai avvenuta” che campeggia nella preview del documentario sul “Fyre Festival”, tra l’altro non l’unico documentario sull’argomento.

Devo dire che pensavo che la festa non fosse mai avvenuta per colpa di uragani, onde anomale e per qualche squalo che ha morso il culo a qualche spettatore. Una cosa tipo Terry Gilliam e il documentario su “Don Chishiotte” per intenderci. E invece no. Minuto dopo minuto mi rendo conto che la situazione è molto, ma molto, peggiore delle sciagure naturali...

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Il Rituale

Il Rituale

My old scoutmaster used to say ‘If the shortcut was a shortcut, it wouldn’t be called a shortcut, it would be called a route’

A dire il vero, l’entità soprannaturale di questo film, protegge non solo i suoi adepti ma il film stesso. Dopo milioni di film horror/thriller ambientati nei boschi e dopo un miliardo di film che parlano di Dei cattivi, ci troviamo di fronte a un’altra storia sullo stesso argomento. Una bella noia in questi ultimi anni del secondo decennio del 2000, vero?. Eppure, per qualche ragione non ci sentiamo di bocciare “The Ritual”.

Sì, certo, la sceneggiatura non è assolutamente sorprendente, il titolo già spiega di che si tratta e il finale è un classicone...

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