The Black Room

The Black Room

Where the evil is seductive

Ci sono registi così trash, che per un sito come il nostro diventano dei beniamini. E non si può far meno che gioire per loro quando, ad esempio, una piattaforma come “Netflix” ospita uno dei loro film.
Il soggetto di cui parliamo è Rolfe Kanefsky, già visto qui per “The Erotic Misadventures of The Invisible Man”, “Sex Files: Alien Erotica”, “Jacqueline Hyde”, “Sex Files: Alien Erotica II” e “Adventures in to the Woods: a sexy musical”. Insomma, uno che seguiamo abbastanza bene.

Troviamo su “Netflix” questo regista americano, che ha fatto dei film erotici il suo credo, con “The Black Room” una comedy horror del 2017 scritta e diretta dallo stesso...

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Cam

Cam

My rank needs to be better

Pur senza Tokens e in maniera quasi inspiegabile, almeno per me, questo film ha scatenato una serie infinita di blogger che si lanciano in spiegazioni e congetture. “Ecco spiegato il finale”, rassicurano in molti. La spasmodica voglia di decifrare tutto, anche l’indecifrabile. Manco fossimo di fronte a un film di Lynch o di Cronenberg. Sì va bene, “Cam”, ha diversi spunti interessanti, ma stiamo calmi.

Un fatto, questo, che probabilmente ha stupito anche Daniel Goldhaber e Isa Mazzei, rispettivamente regista e sceneggiatrice, entrambi al primo lungometraggio. L’idea nasce da Isa Mazzei ex cam girl che aveva in testa un documentario sull’argomento e quindi sui “Sex Workers”. Ma un film, pensano, può essere un mezzo migliore...

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The Deuce 2

The Deuce 2


1978. Pleasure Was a Business, And Business Was Booming

Che George Pelecanos e David Simon, non siano due da adrenalina e colpi di scena, si può dire che sia chiaro a tutti. Sono invece due abili e meticolosi costruttori, che mattoncino, dopo mattoncino costruiscono un qualcosa, che a lavoro finito mostra tutto il suo splendore, la sua ricchezza. Questo è quello che viene in mente dopo la visione della magnifica e ultima puntata della seconda stagione di “The Deuce”. E ci dispiace che sia finita. Ma siamo contenti che ci sarà una terza (e ultima, si dice) stagione.

Ripartiamo dai già ben conosciuti personaggi, quelli che cercano di vivere o sopravvivere nella “Deuce” e che ritroviamo dopo un piccolo salto temporale (siamo nel 1978)...

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Pinocchio

Pinocchio


It’s not his nose that grows!

Di sicuro mio nonno non ha mai visto questo film. E sono contento per lui, grande ammiratore di Collodi, grande oppositore di certe situazioni “libertine”, che si è perso questa versione della famosa storia, nota anche come “The Erotic Adventures of Pinocchio”, che come minimo lo avrebbe fatto morire prima del tempo.

Io, devo dire, di tutt’altro pensiero rispetto al suo, ammiro e penso che questo poverissimo b movie non sia affatto male. Ad esempio, la fatina (niente meno che Dyanne Thorne, non ancora diventata la più famosa warden della storia) mostra le tette nei primi minuti. Geppetta (Monica Gayle) crea da un ceppo di legno il famoso burattino, per usarlo come attrezzo di divertimento...

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Squadra Volante

Squadra Volante


-È qui che ti sbagli: non sono più un poliziotto

Secondo film e trovare già la strada giusta. Non è da tutti. Stelvio Massi dopo il curioso “Macrò – Giuda uccide il venerdì”, finisce nel mondo del poliziottesco/noir, del quale sarà, come ben sappiamo, uno dei protagonisti. Qui ha la grande fortuna di lavorare con un cast da urlo da Gastone Moschin, reduce dai film di Di Leo, per passare a Tomas Milian che ha lasciato da poco i thriller e il polveroso west e per concludere con una serie di spalle e caratteristi di primo ordine: Ray Lovelock, Mario Carotenuto, Stefania Casini, Enzo Andronico, Guido Leontini e tanti altri.

E come detto Massi mette già parecchie cose che l’hanno reso celebre, cioè un ritmo veloce, inseguimenti, sparatorie e uso nervoso dello zo...

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L’infermiera di notte

L’Infermiera di notte

-Nicola… io ho annullato il vecchio testamento…
-La Bibbia?

Su questa cosa non transigiamo: “L’infermiera di notte” è uno dei più fulgidi esempi della commedia erotica e se non siete d’accordo, converrete con noi che è comunque di gran lunga il miglior episodio della categoria infermiere/dottoresse.

Restiamo però convinti della nostra idea e del fatto che Mariano Laurenti qui azzecchi (quasi) tutto aiutato anche dalla scrittura di quella vecchia volpe di Franco Milizia che con lui mette mano alla storia.
Gran parte della fortuna però è dovuta a un cast composto da grandi interpreti del genere, lasciati liberi di galoppare a tutta velocità nelle sterminate pianure del trash...

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L’Apostolo

L’Apostolo


Where is the land which has no call for wars? Hmm? Arms? Money? Nor taxes? Well, that land is here. No tax-gatherer’s bill shall ever threaten our church door! We, I tell thee, we… we are free men.

Si può dire che abbiamo messo in croce un’infinità di film sulle sette, sui fanatici e su un nuovo Dio da venerare? Sì, si può dire, secondo noi. E qui, dunque, non siamo alle prese con un soggetto nuovo e nemmeno con un titolo esaltante.
Per fortuna che il regista di questo “L’Apostolo” è Gareth Evans, che si conferma un regista interessante e soprattutto mai banale. Il gallese, dopo l’exploit dei due “The Raid”, si prende una piccola pausa nella quale deve aver deciso di approfondire il genere horror già assaggiato nel 2013 con l’enciclopedico “V/H/S/2”.

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The Bad Batch

The Bad Batch


All the things you’ve done, have put you right here… with me. To life… life is The Dream. The only Dream. Cost lot to be here. Cost you an arm and a leg

Ho patito un doppio senso di fastidio. Per la storia distopica di un futuro terribile, tra emarginati, drogati e cannibali e necessità di sopravvivere alla faccia dei sentimenti (buon appetito!). Ci fosse solo questo nel secondo film di Ana Lily Amirpour, che scrive anche la sceneggiatura, saremmo a posto così.
Invece, ed è qui il secondo senso di fastidio, “The Bad Batch”, si perde in un delirio di situazioni prevedibili e immagini non troppo credibili per quello che vediamo...

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The Haunting of hill house

The Haunting of

hill house


You’re expected

Mi piace seguire le pagine dei tabloid, tipo “Cronaca Vera” per intenderci o il “Sun”. Tutte quei titoli a cazzo mi fanno impazzire, anche se gli anni d’oro di diavoli che ingravidano e fantasmi porcelloni sembrano passati.
Beh, un giorno mi cade l’occhio su un articolo del “Sun” che diceva “fans have claimed that The Haunting of Hill House is so scary they’re passing out”, riferendosi alla serie TV “Netflix” “The Haunting of hill house”. Gente che non dorme gente che vomita, dopo la visione.
E che sarà mai? Lo dice il “Sun” e ci si può fidare (sì, vabbè) e quindi con l’aspettativa di vedere un’ennesima cafonata horror, inizio a guardare “The Haunting of hill house”...

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Romolo + Giuly: La guerra mondiale italiana

Romolo + Giuly:

La guerra mondiale

italiana


Ho visto morire amichi mia ner gelo di Vigna Clara, ho attraversato da solo il vallo di monte Milvio, nell’ora dell’apertivo, ho rapito quattro vergini dei Parioli e tu sai quanto è difficile trovare una vergine ai Parioli

In questo caso più che chiamarlo gioiellino sarebbe giusto descriverlo con il nome di uno dei piatti della tradizione romana. Oppure Pupone.

Ecco sì, “Romolo + Giuly” è il Pupone delle serie TV. Quei talenti sempre più rari che si vedono di tanto in tanto e che spuntano dal nulla e che per quanto uno possa essere di un’altra “squadra” (cioè non capire il contesto) ne riconosce le qualità e lo apprezza con affetto.
Va detto che non essendo di Roma non è stato subito facile seguire i riferimenti di “Ro...

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