Ópalo de fuego: Mercaderes del sexo

Ópalo de fuego:

Mercaderes del sexo

We can do what we want to your body while you’re here

Parodia dei film noir, di quelli di spionaggio o film erotico. Va bene, ma più semplicemente un film di Jess Franco che quando è in grande forma crea lavori dove tutto è il contrario di tutto.

“Opalo de Fuego” ricorda le atmosfere e le storie dei migliori periodi del regista spagnolo, sebbene non ne sia al livello e oltre all’ironia di fondo e al carico erotico, ci sono belle immagini in luoghi scuri e un ottimo commento sonoro.
Con l’immancabile Lina Romay (un po’ fuori forma) e Nadine Pascal, “Opalo de Fuego” mostra da subito le proprie idee e ci dà abbastanza presto la scena cult di tutta la pellicola: una stripper che al termine di uno spogliarello si strofina sul corpo nudo ...

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L’Umanoide

L’Umanoide


Voi robot avete almeno un vantaggio su noi umani. Non dovete compilare rapporti

Crederci è tutto. Perché se uno guarda i lunghissimi titoli di testa de “L’Umanoide” si trova davanti a nomi del calibro di Corinne Clery, Richard Kiel, Arthur Kennedy, Barbara Bach, Ivan Rassimov, Massimo Serato e Leonard Mann. Cioè, mica gli ultimi arrivati.
E cavolo, con quelle parole che scorrono in stile “Star Wars”, è automatico pensare che questa pellicola diretta da George B.Lewis, di certo un americano, sia un film di fantascienza che può duellare (quasi) alla pari con quello di Lucas, uscito all’epoca da poco. Senza contare che qui le musiche le ha composte un certo Ennio Morricone.

Anche i primissimi minuti non sono affatto male, sì ok, c’è uno vestito da Darth Vader, ma...

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L’insegnante va in collegio

L’insegnante va

in collegio

Non lo sai che la condizione della donna è cambiata? Devi metterti in testa che io non sono un oggetto a tua disposizione e l’iniziativa la prendo quando voglio io!

La scena è di quelle che non si dimenticano nemmeno dopo tanti anni. Edwige si spoglia insegnando l’inglese e il coro, di studenti, ribatte con un “Bona! Bona!”. È il segno che il secondo film del filone “Insegnanti” prende le distanze dal predecessore cercando una via più facile e immediata. Pure troppo a dire il vero.

Mariano Laurenti che prende il posto di Cicero alla regia, lavora sempre su una sceneggiatura di Francesco Milizia il quale sembra non voglia correre rischi prendendo in toto i canovacci del genere...

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Leatherface

Leatherface


Witness the beginning of your end

Manca solo un film sulla nonna di Leatherface o sui genitori quando l’hanno concepito. Quindi, c’era bisogno di un prequel? Di un ennesimo capitolo della saga? È il dubbio che ci è venuto prima di vedere “Leatherface”, che ha riaperto la discussione sul fatto che il cinema non voglia rischiare più di tanto, preferendo qualcosa che “dovrebbe” richiamare più facilmente il pubblico o finire velocemente in TV.

.Avevamo ben poche speranze su questo film dei francesi Bustillo e Maury, alla prima produzione americana. Beh, non del tutto statunitense a dire il vero, perché sì i soldi sono quelli della “Lionsgate” e c’è la firma di Tobe Hooper come produttore esecutivo (che purtroppo muore prima dell’uscita), ma il tutto è gi...

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Sindrome di Tôret – Willie Peyote

Sindrome di Tôret – Willie Peyote

Ogni volta che qualcuno mi consiglia di ascoltare un rapper che “fidati è diverso non sono quelle porcate là” (in “porcate là” metteteci chi volete) una parte di me muore. Perché magari poi il rapper in questione è pure bravo eh, ma so che prima o poi lo troverò a cantare cose sulle tipe che si sbatte, sulle sue auto e di quanto, lui, solo lui, sia fico. O magari a masturbarsi su Twitter.
Comunque a parte ciò per una volta accetto il consiglio e ascolto questo Willie Peyote di cui si fa un gran parlare da un po’ di anni e del quale ho ascoltato giusto un paio di pezzi dei lavori precedenti. E anzi, a dire il vero, si dice pure sia un tipo molto alla mano, di quelli che se li incontri si fermano a chiacchierare.

“Sindrome di Tôret”...
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El Bar

El Bar

Pedir un café puede costarte la vida”

Dopo aver visto questo film, non sono più entrato in un bar perché ho paura di finire in una storia come questa. E cioè una vicenda che esaspera gli isterismi moderni, le paure, i dubbi, la mancanza di fiducia nelle istituzioni e la deviazione delle stesse.

Quel genio di Alex De La Iglesia ancora una volta mostra la sua straordinaria capacità di saper leggere la società del momento, di triturarla in maniera feroce e di riderci su, inserendo il tutto in un ambiente surreale tra horror e thriller. Si può dire che abbia scritto la sceneggiatura, con il fido Jorge Guerricaechevarría, quando sul suo comodino c’era “And Then There Were None” o comunque con bene a mente la struttura de la “Camera chiusa”...

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Something Weird

Something Weird


Lust and Passion Surround the Incredible, Supernatural Worlds of E.S.P. & Witchcraft in a Boiling, Bizarre Tale of Mad Love that Shocks Even the Unearthly!

Uno di quei casi in cui il titolo è già la recensione completa e noi così potremmo evitare parole, su parole, nel cercare di dirvi che per noi questo è un film something weird.
Quel mattacchione di Herschell Gordon Lewis non si ferma solo a un titolo psichedelico ma s’impegna a dare un tocco weird a tutto quanto. E se lui s’impegna, ci riesce, lo sappiamo, grazie a una storia al limite del comprensibile con scene storte e confuse che in apparenza non c’entrano nulla con il resto, incorniciate in una produzione a dir poco orrenda...

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Devil’s Plaything

Devil’s Plaything


Pleasures That Fire The Flesh…Horrors That Freeze The Blood…

Lo sappiamo benissimo che viaggiare negli anni settanta era una cosa pericolosa che però alla fine “svezzava” giovani che si aprivano a nuove esperienze. L’abbiamo visto in una miriade di pellicole. Per non parlare delle sempre amatissime, vampire lesbiche.
Anche Joseph W. Sarno un giorno s’infila in questa scia, che rappresenta per lui, che amava di più parlare della middle-class, una grande novità.

L’occasione arriva grazie al produttore tedesco Chris Nebe, grande fan del regista e soprattutto smanioso di lavorare con lui. Nebe ha pure un parente che ha un castello, che potrebbe essere usato come location...

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Europe in the Raw

Europe in the Raw


For the first time, THE HIDDEN CAMERA rips wide the vice dens of Europe!

Che porcelloni gli europei, in qualunque posto uno vada fanno qualcosa di sconcio. Pure a Firenze, Pisa e Venezia. A dircelo è il maestro delle tettone, cioè il sempre caro Russ Meyer che realizza una specie di Mondo Movie, allo scadere del suo periodo “nudie cutie”.

Non un tentativo di stigmatizzare la cultura europea ma un omaggio a un continente che il regista americano conosceva bene (per essere stato in Germania durante la Seconda Guerra Mondiale) e soprattutto un omaggio, come sempre del resto, alle forme femminili.
Va detto però che a differenza del manifesto che annuncia un roboante “Nudity Galore”, qui, si vedono solo tette (e indicazioni stradali)...

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Perdues dans New York

Perdues dans New

York


In queste città dei sogni, due ragazze magiche giocavano a nascondino

Jean Rollin è uno di quei registi che per capirci qualcosa bisogna riguardare più volte i suoi film. Da sobrio, da ubriaco. Da fumato o da più lucido possibile, tipo al mattino alle 10.30. E non è detto che dopo tutti questi tentativi si riesca a capire. Criptico. Poetico. Criptico. Poetico.
Quando “Perdues dans New York” è finito nelle nostre mani, ci siamo rilassati, perché questo film dura solo 52’, quindi (teoricamente) con meno immagini e cose da analizzare e capire.
Invece questo film condensa nel poco minutaggio tantissimi momenti enigmatici, pensieri e analisi dell’anima senza contare tutto il grande carico introspettivo di Rollin stesso.

Pesante da vedere e realizzato piu...

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