Barb Wire
Don’t call me babe!
Pamela Anderson che all’epoca aggiungeva Lee al suo cognome, mostra le tette sui titoli di testa e ci consola del fatto che “Barb Wire” anticipi l’attuale e tragica situazione politica statunitense. Siamo nel 2017, la democrazia non esiste più e il paese è sotto la legge marziale. A parte prevedere due guerre civili, possiamo dire che non siamo molto lontani dalla realtà.
E le tette della Anderson, all’apice della carriera, sono anche la migliore cosa di un film d’azione e post-nuke che dopo un inizio convincente, composto da un paio di scene d’azione, una di tortura e un pezzo musicale, si perde in una marea di scemenze. E non ci fa più vedere le tette di Pamela.
Ispirato all’omonimo fumetto questo film diretto da David Hogan e scritto da Ilen...
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