Bloody Sin

Bloody Sin


Tremate le streghe son tornate

Direttamente dall’”Oltretomba”, un esercizio di stile per mano di Domiziano Cristopharo, uno dei più interessanti registi del nuovo “cinema di genere”, che sembra divertirsi moltissimo dietro la macchina da presa.

Questo suo divertimento buca lo schermo e arriva fino allo spettatore, quello amante di un certo cinema. In questa pellicola del 2011 uscita da noi diverso tempo dopo, ci mette di tutto, mischiando tecniche, con inserti “Stop Motion” e fumetti e utilizzando l’odiatissimo (da noi ed è solo un nostro problema), split screen.

E soprattutto Cristopharo riesce a calibrare una certa seducente estetica (il film si autodefinisce “Glam”) nella fotografia e l’inevitabile e volutissimo trash con la forte volontà di non farsi...

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Al calar della sera

Al calar della sera


Lo so so cosa stai pensando il fiammifero potrebbe spegnersi prima di raggiungerti, ma c’è anche la possibilità che ciò non avvenga…

Realizzato fuori tempo massimo, finito nel buio della sera del titolo e quindi escluso dalle liste del cinema di genere che conta, questo è un piccolo film che si fa apprezzare per tante piccole cose, forse invisibili al primo sguardo, ma interessanti se ci si sofferma.

Alessandro Lucidi una carriera più come montatore, per cinema e TV, che come regista (oltre a questo film ha diretto “Il marito in vacanza” e “La maestra di sci”) realizza un thriller partendo dall’idea più classica del genere...

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White Zombie

White Zombie


With These Zombie Eyes he rendered her powerless – With This Zombie Grip he made her perform his every desire!

Magia o virus, quello che vi pare, createvi lo zombie come meglio preferite. Ma sappiate che tutto nasce da qui. Da “White Zombie”. La scintilla dei morti viventi e primo lungometraggio sul tema. Proprio a voler fare i precisi, il controllo della mente e di un corpo è trattato nel “Das Cabinet des Dr. Caligari”, il capolavoro espressionista del 1920, ma “White Zombie” è zombie per davvero e ci mostra un prototipo del morto vivente che tutti conosciamo, con l’immancabile riferimento al vodoo.

Sono gli anni trenta, quelli dei film horror che hanno fatto la storia del cinema, tra di loro trova spazio anche questo piccolo film “low-budget” del 1932, gi...

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Love Feast

Love Feast


Pleasure Parties Like There’s No Tomorrow

Un vecchio satiro si finge fotografo per attrarre a casa sua giovani ragazze e fare sesso. Il satiro in questione, ingrassato e con i mutandoni bianchi è il nostro amatissimo Ed Wood. E prima ancora che s’inizi con la solita affettuosa serie di frasi sul peggior regista del mondo (cosa che ribadiamo ogni volta, non è vera), dobbiamo sottolineare che il nostro qui non si siede dietro alla macchina da presa.

Tanti altri registi sanno fare pessimi film e in questo caso il colpevole è Joseph F.Robertson. Un altro tizio, molto amico di Wood, dalla vita avventurosa e dalla carriera cinematografica intensa. Dall’essere un Marine durante la Seconda Guerra Mondiale a diventare un regista, Robertson passa per una carriera importaLove Feastnte nel...

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Monografie: Dorothy Stratten

Dorothy Stratten

L’angelo olandese

Ci hanno sempre raccontato che le fiabe hanno un lieto fine. La povera ma bella e il principe azzurro. Ci hanno sempre sottolineato la grandezza del sogno americano. Uno ha un talento e ha l’occasione per sfruttarlo. E vissero felici e contenti. In qualche caso sicuramente ha funzionato ma in altri le cose sono andate diversamente. Le vita di Dorothy Ruth Hoogstraten è720-stratten1 l’esempio di come le fiabe non finiscano sempre bene e di come il sogno americano si possa trasformare in un incubo, dal finale drammatico, perverso e ingiusto.
Dorothy Ruth Hoogstraten di origini olandesi nasce nei pressi di Vancouver il 28 febbraio del 1960. Biondissima, appariscente, bellissima e con una passione per la poesia...

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Green Room

Green Room


Now. Whatever you saw or did. Is no longer my concern. But let’s be clear. It won’t end well.

Questo non è un nostro “Desert Island movie”, parafrasando un gioco dei protagonisti, ma è una piacevole scoperta che conferma l’abilità dell’americano Jeremy Saulnier che si è fatto conoscere nel 2013 con “Blue Ruin” apprezzato anche a Cannes.
Questo suo terzo film (scritto e diretto come gli altri) è in qualche modo inferiore al predecessore, ma mostra una certa intelligenza, una bella struttura e soprattutto un’ironia caustica.

Saulnier costruisce un film molto semplice che rimanda ai film d’assedio (western e non) e che ha una caratterizzazione dei personaggi originale...

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Sharknado: The 4 Awakens

Sharknado:

The 4 Awakens


It wouldn’t be Texas without a chainsaw massacre

Il grande problema è che gli ultimi giorni di luglio, tra qualche anno, rischiano di diventare il “Sharknado Day”. Una nuova ricorrenza statunitense, dedicata a quegli assurdi squali che viaggiano nei tornado e a un franchise che non sembra voler mollare il colpo.

Dopo aver masticato persone dell’Est, dell’Ovest e qualcuno a caso nel centro, la sostenibile leggerezza degli squali ci porta nelle sfumature della fantascienza. Sfumature, nulla più, per una scelta che era prevedibile, perché o si colpiva un continente a caso o si virava verso un’ulteriore esagerazione. E considerando anche il ritorno di “Star Wars” la produzione si è trovata davanti a un’idea decisamente imperdibile.
Le infinite ...

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Non si deve profanare il sonno dei morti

Non si deve profanare

il sonno dei morti


I wish the dead could come back to life, you bastard, so then I could kill you again

In un film che definire seguace del messaggio sociale di Romero è poco, c’è molta bravura, pochi soldi ben spesi ma, purtroppo, nessuno ci crede molto. Alla regia c’è il versatile catalano Jorge Grau, che lascia a un cast composto da Ray Lovelock, Arthur Kennedy e Cristina Galbò i nomi di maggior richiamo.

Le premesse, si può dire, che non siano il massimo ma a sorpresa nasce un film interessante, ben diretto e realizzato e con un tema sicuramente originale per i tempi: il progresso e la voglia dell’uomo di sovvertire l’ordine naturale. Un argomento sviluppato in parallelo con il più classico scontro generazionale.

Temi ben sviluppati, senza reto...

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Escape From Blood Plantation

Escape From

Blood Plantation

You forgot to count the first lash, you silly boy! And for that you should be rewarded

Quando uno guarda un “Women in prison”, non si aspetta altro che tette, torture e porcate varie. Solo quello. E ci mancherebbe altro.
E quindi è stata grande la nostra delusione di fronte a questa pellicola, perché qui abbiamo poche tette, poche torture e poche porcate varie.

I colpevoli di questa delusione, sono con ogni probabilità, gli artisti che stanno dietro a questa pellicola tedesca del 1983, ambientata e girata nelle Filippine.
Kurt Raab regista e sceneggiatore che per la prima e rara volta si siede dietro la macchina da presa, è un attore già molto famoso all’epoca per aver lavorato con impEscape From Blood Plantationortanti registi e per essere uno dei fedelissimi di Fassbind...

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El violador infernal

El violador infernal


If you do what I say, you will be a winner, I, the supreme being of darkness nominate you, as my favourite son


Il diavolo che è donna (e questo si sapeva) decide di salvare un pericoloso criminale messicano dalla sedia elettrica. E va sapere perché sceglie proprio lui, sparandogli raggi laser dagli occhi e stipulando un accordo tutto sommato conveniente per Carlos “El Gato”. Lui deve darle vittime, maschi e femmine, incidendo il numero “666” sul loro corpo. In cambio droga e gioia cosmica. El Gato prima di tutto uccide un uomo, poi, poiché la cosa evidentemente non rientrava nei suoi gusti, accalappia donne.

Un’idea stuzzicante, si potrebbe dire, che può darci una lunga scia di sangue e una lunga serie di ragazze semi o del tutto nude...

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