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Fast Times at Ridgemont High

Fast Times at

Ridgemont High

That kid’s been stoned since the third grade

Non è la solita stupida commedia collegiale americana. O meglio, lo è, cavolo se lo è, ma è anche un film con attori all’epoca semisconosciuti che ingaggiati oggi varrebbero quanto un PIL di una nazione in ampia crescita. Senza contare una colonna sonora che va dai Led Zeppelin a Tom Petty. Tanto per dire.

Tutto nasce da un altro sconosciuto all’epoca, lo sceneggiatore Cameron Crowe, vincitore poi di un Oscar per “Almost Famous” e candidato per “Jerry McGuire”. Crowe, nel 1981 pubblica un libro “Fast Times at Ridgemont High: A True Story”, dopo essersi finto uno studente della Clairemont High School di San Diego e aver trascorso l’ultimo anno di studi...

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Quanto è bella la semplicità complessa di Hacks

Recensione della Serie TV “Hacks”

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È forte un casino!

È forte un casino!

Bravo! Bravo! Eccellente la gransecola
Io alla gransecola preferisco la gran ficola

Enzo Cannavale e Bombolo, premiata ditta, alla guida di un gruppo scelto di caratteristi e con la bella Licinia Lentini, che non ha mai avuto nulla da invidiare a nomi più noti.
Un gruppo di “rebeldes”, di caratteristi e spalle, che si trova in un film del 1982 terzo e ultimo di Alessandro Metz, che a conti fatti non è memorabile ma nemmeno inguardabile, considerando l’anno di uscita e gli interpreti.
A proposito, troviamo: Gianni Ciardo, Sandro Ghiani, Ennio Antonelli e Tognella, il lombardo visto in tanti film. Vi chiederete ma Jimmy il Fenomeno? C’è, c’è, tranquilli. 
Dicevo, Cannavale e Bombolo vanno di gag dalla prima scena, riciclando a volte vecchie battute e viaggi...

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All’onorevole piacciono le donne


All’onorevole


piacciono le donne

-Devi dì L’onorevole tasta il meridione. Me pare appropriato
-ma che appropriato!

Il Vaticano descritto come una cosca mafiosa che solidifica i nemici. Il futuro Presidente della Repubblica italiana è un maniaco sessuale esperto di mani morte. Molto esperto.

Probabilmente anche ai giorni nostri un film del genere “disdegnerebbe” qualcuno ma qui siamo nel 1972 e apriti cielo.
Lucio Fulci la combina grossa con “All’onorevole piacciono le donne” cui andrebbe anteposto “Nonostante le apparenze… e purché la nazione non lo sappia”, cancellato poi dalla censura. Ed è proprio la satira corrosiva e le sue conseguenze che fa entrare nella storia questo film...
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Una vita spericolata


Una vita spericolata

Non è una rapina! Non li voglio i soldi!


A Marco Ponti, gli si vuole bene. A prescindere. Per “Santa Maradona”, ok, ma anche perché quanti registi di Avigliana, piccolo posto in provincia di Torino, conoscete? Una rarità.
Tuttavia (quanto amo questa parola così forbita, che sembra annunciare sempre il peggio) anche alle persone a cui vuoi bene ogni tanto devi dire che hanno fatto qualche errore. E nel caso di Ponti è “Una vita spericolata” film del 2018.
Con in testa il Guy Ritchie di “Lock & Stock” e “The Snatch” Ponti allestisce una commedia “on the road” con tre, soliti, improbabili criminali.

A scatenare gli eventi ci pensa un, solito, fraintendimento...
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Cocainorso

Cocainorso

That was so messed up. That little man was an expert on bears, but he didn’t know that bear was the cocaine bear.
Leggendo qua e là sui social, qualcuno ha preso seriamente “Cocaine Bear” o “Cocainorso”.
Si leggono critiche sdegnate e incazzate per il film di Elizabeth Banks, manco attendessero un lavoro di Kubrick.
A me sembrava abbastanza chiaro, anche senza l’aiuto di droghe, e fin dalle prime immagini e dal primo trailer che l’obiettivo finale fosse solo e unicamente quello di creare un film horror, un po’ splatter, demenziale, in salsi anni ottanta.

E “Cocainorso” riesce perfettamente in questo intento, con personaggi stereotipati da film crime e horror, scene assurde, humor nero e una trama quasi nonsense...
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Tic Toc

Tic Toc

-Ah..un influencer con l’influenza
A volte mi chiedo dove trovino i soldi e soprattutto perché li debbano sprecare. “Tic Toc” è uno di quei casi che mi spingono a farmi queste domande, che non trovano risposta. Ma andiamo con calma.
Il titolo dovrebbe far intendere un certo rimando a TikTok e quindi, per forza di cose, si dovrebbe già pensare che questo sia un lavoro incentrato sul social e sui suoi utilizzatori. Ed essendo un film comico, dovrebbe prendere in giro i suddetti.
E, in effetti, il film di Davide Scovazzo, regista/sceneggiatore ligure a questo punta. O almeno, vorrebbe. E sì...
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Un grande amore

Un grande amore

Io penso che voi tutti avete grande problema con sesso. Io è sicura di avere rimedio miracoloso
Più che “Un grande amore”, un gran casino. In vari sensi. In teoria il gran casino, stando alla sceneggiatura scritta dal regista/sceneggiatore/produttore Ninì Grassia, il nostro caro Ninì Grassia, è quello di un concierge di un Grand Hotel che incasina le stanze dei suoi ospiti. Ma questo, credetemi, è il casino meno importante. In secondo luogo ci sarebbe quello, nel senso volgare del termine, in cui tutti scopano con tutti in un’immensa orgia che dura la bellezza di diciannove minuti circa.
A quello cui mi riferisco, io, invece, è il casino di un film che ha già un titolo che non c’entra niente con la storia e soprattutto ha una povertà di mezzi e idee imbarazzan...
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Clerks III

Clerks III

-You’re not even supposed to be here today.
Per età anagrafica quelli di Clerks potrebbero essere i miei fratelli maggiori. Anche se c’è una piccola differenza d’età, ho vissuto tutta la saga fin da quando è scoppiato il “caso Clerks”, cioè, fin da quando quel pazzesco B movie è diventato un cult.
Ho aspettato e vissuto con ansia il secondo capitolo, di cui riporto un vecchio articolo, e sempre alla stessa maniera ho atteso il terzo capitolo.

Guardando tutti e tre i film, bisogna assolutamente dire che Clerks, riesce sempre a descrivere bene le ansie, i problemi, le voglie della generazione cui fa riferimento. Va detta anche un’altra cosa: Clerks III è un film che apprezzerete se avete un’età over 40 e se avete visto gli altri...
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Superchick

Superchick

She’s Much More Than You’ve Ever Had Before!
Di questo film leggerete solo critiche negative. Super…negative. Non sarò io di certo a farvi cambiare idea e a stravolgere il sentimento che la gente prova vedendo questo film, anche perché sinceramente, è davvero brutto. Però, vorrei sottolineare, l’impegno e l’arguzia degli autori e del regista Ed Forsyth che mettono insieme, hostess, film di karate, tette, con una spruzzata di crime.
Insomma, tutto quello che può stuzzicare il palato “fine” di un certo pubblico, soprattutto dell’epoca, cioè gli anni settanta.


Tutto il resto è fatto male, regia, recitazione e l’incerto tentativo di mostrare la protagonista, la “Superchick” del titolo come donna libera, moderna che fa quello che vuole...
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