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Beach Babes from Beyond

Beach Babes

from Beyond

-Whoa, dude. You mean… you’re a beach babe from beyond?
-You bet your ass, dude.

Super cast di grandi nomi: Estevez, Swayze, Stallone e Travolta. Nomi importanti e di sicuro richiamo.
Ok, ok, non sono loro. Ma sono i loro parenti. Cioè, Joe Estevez, Don Swayze, Joey Travolta, Jackie Stallone. Rispettivamente fratello di Martin Sheen, di Patrick Swayze, di John Travolta e mamma di Sylvester Stallone. Unione di parenti meno noti che forse avevano il “piacere” di lavorare o che forse sono stati usati come richiamo commerciale da David DeCocteau, regista di genere, che lavorò nel 1980 come assistente di Corman o dal produttore Charles Band, noto per horror e sci-fi e di alcuni cult. A questo cast, not important, vanno aggiunti Burt Ward, cioè il Robin della se...

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Robinson und seine wilden Sklavinnen

Robinson und seine

wilden Sklavinnen

We shouldn’t argue, Sam. The boy is for both of us

Un demenzialissimo Jesús Franco in un film internazionale, prodotto dal grande Artur Brauner con il quale lavorò spesso, ad esempio nel capolavoro “Vampyros Lesbos” e “Sie tötete in Ekstase”, oltre a “X312 – Flug zur Hölle”, “Jungfrauen-Report”, “Der Todesrächer von Soho” e altri ancora (per la cronaca Brauner produsse anche “L’etrusco uccide ancora” e “L’uccello dalle piume di cristallo” e tantissimo altro, film erotici compresi).

Un film poco conosciuto, questo, che parodia “Robinson Crusoe” in cui il regista spagnolo, seppur nel suo periodo di massimo splendore, si limita dietro la macchina da presa a svolgere il compito senza esaltare lo spettatore.
Con...

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Montecarlo Gran Casinò

Montecarlo

Gran Casinò

-Lei gioca a backgammon?
-Me vie’ da ride! Perché praticamente il backgammon l’ho inventato io

Film vanziniano e 80’s che di più non si può. “Montecarlo Gran Casinò”, propone la nota formula del più ce n’è, meglio è (come diceva degli amici, una celebre canzone di quel periodo). Quindi (ri)troviamo una lista piuttosto ampia di comici di richiamo accompagnati da belle attrici. Tutti alle prese con una serie di sketch in pieno stile anni ottanta, che sparano alto sugli status symbol.
Una sorta di continuazione di “Yuppie – I giovani di successo” e di “Via Montenapoleone”, l’ennesimo momento, insomma, di celebrazioni della “Milano da bere” e del craxismo, trasferiti però a Montecarlo, dove la febbre del gioco colpisce alcuni italiani.

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La casa stregata

La casa

stregata

-Calma, calma, c’è una sorpresa. Mi sembrate un po’ mosci. Facciamo un gioco. Allora: tutte le puttane da una parte e i froci dall’altra!
-Ma io non sono mica frocio!
-No, il gioco delle bugie lo facciamo dopo! Allora, io conto fino a trenta e nel frattempo voi vi scambiate le mutande…
Mi dispiace dare un dispiacere al me bambino. E a tutti quelli, adulti inclusi, che sanno a memoria diverse battute di questo film.
Perché sì, va detto, “La casa stregata” è un classico degli anni ottanta, una commedia adatta a tutti, che, appunto, è entrata nei cuori di tanti. Gaetano, il cane, su tutti.
Trentotto anni dopo, finita la magia dello stupore fanciullesco, per dirla in maniera poetica, devo dire che a rivederlo evidenzia diversi limiti, che nulla c’entrano col tempo...
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Sotto il sole di Riccione

Sotto il sole

di Riccione

Io fino a qualche giorno fa non avevo idea di cosa fosse l’amore
Sarà che ai giorni nostri “Le navi salpano/Le spiagge bruciano/Selfie di ragazze dentro i bagni che si amano/La notte è giovane”, ma l’essere umano è sempre lo stesso. I suoi bisogni, le gioie e i dolori, la ricerca della felicità. Almeno, credo sia così, non essendo parte di questa generazione posso solo credere a quello che vedo e in questo caso a quello che vedo in “Sotto il sole di Riccione”.
Film fresco, fresco, prodotto da Lucky Red, Mediaset (che su “Cine34” cerca di fare da traino) distribuito da Netflix e parte dunque dell’alleanza italiana con il colosso americano.
Dietro a questo film c’è la mano Enrico Vanzina che omaggia il fratello Carlo rispolverando l’idea...
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L’inquilina del piano di sopra

L’inquilina del

piano di sopra

Si vedeva che soffriva di un acuto senso di colpa. Ha chiesto soltanto un po’ di comprensione.

Polanski vive in un altro condominio, di un’altra città e di un’altra nazione. E soprattutto al regista Baldi e allo sceneggiatore Bucceri, non gli può interessare di meno di cosa faccia l’inquilino di Polanski. Vago richiamo del titolo a parte.
Loro preferiscono seguire la strada della commedia all’italiana, nemmeno quella sexy o pecoreccia, in voga in quel periodo, ma quella alla Steno con qualche ideuzza alla “My fair lady”. Cercano l’eleganza e la sobrietà e di far le cose per benino, strizzando ogni tanto l’occhio all’erotismo ma senza esagerare.
Ci provano tra l’altro con due protagonisti originali, una coppia inedita, con Lino Tof...

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Hollywood

Hollywood

What if you could rewrite the story?

Quante volte abbiamo pensato a come la nostra vita sarebbe cambiata se avessimo fatto una determinata scelta? E quante volte il gioco di pensare a una strada alternativa si è spostato sulla storia dell’umanità? Non so voi, ma io ci penso quasi quotidianamente.
E anche in “Hollywood”, Serie TV di Netflix creata dal prolifico Ryan Murphy con Ian Brennan, la questione di un mondo diverso assume un ruolo centrale, e o fa, come titolo ci dice, in quel di Hollywood. Nel 1949.
Torna dunque il cinema come mezzo di liberazione ed emancipazione, questa volta in una comedy, che segue in tutto per tutto lo stile dei vecchi film di Hollywood, dove tutto si incastra alla perfezione e c’è l’immancabile happy ending.

Murphy, mischia situazion...

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The Ribald Tales of Robin Hood

The Ribald Tales

of Robin Hood

His Lusty Men and Bawdy Wenches

Ho vaghi ricordi d’infanzia di quello che oggi scopro essere “When Things Were Rotten”, una serie TV comica di Mel Brooks che parodiava Robin Hood. Per me la figura leggendaria dell’arciere è sempre stata legata a questa serie, più che a quella cazzata con Kevin Kostner o ad altri mille film sull’argomento, compreso quello di Mel Brooks del 1993, che aveva luci e ombre.

Ora devo rivedere i miei riferimenti, perché ho visto questo “The Ribald Tales of Robin Hood”, del 1969, che supera abbondantemente in interesse e serietà tante altre versioni più ricche e famose e, aggiungendo il grande carico di nudi e sesso, posso dire che le supera abbondantemente.
Un film più misterioso del personaggio cui s’ispira e ...

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Scuola di ladri – Parte seconda

Scuola di ladri

Parte seconda

-D’accordo cagasotto!
-Giù i titoli eh!
– È lui che fa questo, perché ha un tipo di alimentazione scorretta

E va bene che il primo ebbe un buon riscontro al botteghino e va bene che negli anni ottanta c’erano soldi da buttare, ma mi sfugge la necessità di fare il sequel di un film che era già bollito al primo episodio.
Una seconda parte che appare terribile già nei primi secondi con Villaggio che ripete una battuta identica di “Fracchia contro Dracula” (lo farà altre volte) e con Boldi che poco dopo parte con il suo più classico “Bella Fressssca! Bella Fressssca!”. In più non c’è Lino Banfi che nel primo film era quello del “divertente trio” che si salvava, perché impegnato in un altro film.
Sta dunque ai soliti ripetitivi Vill...

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Cobra Non È

Cobra Non È

-Devo andare fuori a chiamarlo. Aspettami qua
-L’ultima volta che l’hai detto non è andata bene

Prima di dire cosa è o non è Cobra, bisogna dire che Mauro Russo non è Tarantino. Nessuno di noi è Tarantino. Non è nemmeno Guy Ritchie di “Lock & Stock” o di “The Snatch”. È un regista all’esordio in un lungometraggio che ha fatto diverse esperienze di livello nei videoclip girando per Fedez, Club Dogo, Salmo, Marracash, Clementino, Gue Pequeno e Rocco Hunt e ha una cultura pop, da quel che si vede, invidiabile, oltre ad essere un fanatico del cinema di genere.
L’esperienza nella musica, è il lato positivo, quello che salva questo film, che imita troppo lo stile e i modi del Tarantino più pulp e degli epigoni vari.
Poco originale dunque, ha anche un momen...

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