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Marquis de Sade: Justine

Marquis de Sade:

Justine


Is it true that prosperity may accompany the more bad behavior while the misfortune tirelessly heels virtue?

Disse lui, che un giorno gli telefonarono per annunciargli d’aver trovato la soluzione ideale per l’interprete principale. Era giunto il tempo, secondo i produttori americani, dei figli d’arte. Aggiunge, sempre lui, che questa ragazzina è insolente e incapace e che no, non la voleva, lui voleva Rosemary Dexter. Disse (a quanto pare) lei, che questo film lo dimenticherebbe volentieri e va sapere se è per colpa di qualche scena un po’ calda, se per l’ispirazione da De Sade o se questo lavoro contrasta pesantemente con l’immagine con cui si identifica maggiormente. Beh, Romina Power ha avuto un periodo della vita intenso e scanzonato, tra film...

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Ópalo de fuego: Mercaderes del sexo

Ópalo de fuego:

Mercaderes del sexo

We can do what we want to your body while you’re here

Parodia dei film noir, di quelli di spionaggio o film erotico. Va bene, ma più semplicemente un film di Jess Franco che quando è in grande forma crea lavori dove tutto è il contrario di tutto.

“Opalo de Fuego” ricorda le atmosfere e le storie dei migliori periodi del regista spagnolo, sebbene non ne sia al livello e oltre all’ironia di fondo e al carico erotico, ci sono belle immagini in luoghi scuri e un ottimo commento sonoro.
Con l’immancabile Lina Romay (un po’ fuori forma) e Nadine Pascal, “Opalo de Fuego” mostra da subito le proprie idee e ci dà abbastanza presto la scena cult di tutta la pellicola: una stripper che al termine di uno spogliarello si strofina sul corpo nudo ...

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Devil’s Plaything

Devil’s Plaything


Pleasures That Fire The Flesh…Horrors That Freeze The Blood…

Lo sappiamo benissimo che viaggiare negli anni settanta era una cosa pericolosa che però alla fine “svezzava” giovani che si aprivano a nuove esperienze. L’abbiamo visto in una miriade di pellicole. Per non parlare delle sempre amatissime, vampire lesbiche.
Anche Joseph W. Sarno un giorno s’infila in questa scia, che rappresenta per lui, che amava di più parlare della middle-class, una grande novità.

L’occasione arriva grazie al produttore tedesco Chris Nebe, grande fan del regista e soprattutto smanioso di lavorare con lui. Nebe ha pure un parente che ha un castello, che potrebbe essere usato come location...

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Rötmånad

Rötmånad


She can’t afford to have feelings.

L’esordio di Britt Christina Marinette Lindberg più nota come Christina Lindberg dicono sia una commedia. Siamo nel 1970 e la bella Christina partecipa a “Rötmånad”, tradotto in inglese con il titolo di “Dog Days”, portando con sé, già, il “titolo” di icona erotica, guadagnato grazie a vari servizi fotografici.
Alla regia c’è Jan Halldoff, un regista svedese che in carriera ha spesso toccato il tema dei giovani, dei rapporti tra le persone e qualche volta temi socio-politici è che qui come già detto, dovrebbe farci ridere o almeno sorridere...

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Il Piacere

Il Piacere

Forse in lei vivevano due anime, da una parte la famiglia e dall’altra l’amore. Senza vergogna né pudore. L’amore vero.

La borghesia decadente, l’Italia fascista, il sesso e Venezia sparate subito sul pubblico nei primi minuti senza filtri sono un’ottima presentazione per questo film del 1985 di Joe D’Amato. E ci vogliono pochi secondi per capire che il nostro è di nuovo sulle tracce di Tinto Brass. E ci vuole sempre poco per capire che questa volta il risultato è meno ampolloso (usiamo questa parola pesante per rendere il concetto) e ambizioso de “L’Alcova”.

Pensa meno e agisce tanto D’Amato e si può dire che sia un ottimo incontro tra lui e Brass.
Poi certo la scopiazzatura stilistica è palese e c’è pure qualche richiamo, più tecnologico, a “La Chiave...

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La signora della notte

La signora della notte

Come ho potuto farlo? Che cosa mi è successo? È stata come una febbre, una cosa più forte di me. Una voglia di buttarmi, di spezzare qualcosa. Di far violenza su me stessa.

Inizia il film e c’è Serena Grandi in auto che fa sesso dicendo “Mi piace il tuo c***o!”. Nella scena successiva si alza dal letto nuda. Quello che si dice un inizio convincente! Forse è merito di quella volpe di Galliano Juso, che scrive la storia e produce e sa bene che cosa la gente si aspetti da Serena Grandi che appena un anno prima era entrata nei sogni erotici degli italiani grazie a Tinto Brass. E un po’ di merito lo potrebbero avere anche i fratelli De Angelis che sparano subito i pezzi migliori. In ogni caso il film di Piero Schivazappa molto più attivo come autore o come ...

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Love Machine

Love Machine

She didn’t resemble Eva Green in any way, when I met her, she had a pink laptop and hair extensions and she thought that Fellini was a champagne. It was clear she couldn’t be my girlfriend

La partenza da Grindhouse o se preferite alla Tarantino, con i trailer di film erotici e gli annunci anni settanta ci ha portato fuori strada. Pensavamo di essere di fronte a qualcosa di diverso da quello che poi abbiamo visto.

Questo disorientamento però è durato pochissimo, esattamente il tempo degli stessi trailer, delle loro allegre musiche e dei vari annunci. Già nelle prime immagini del film si capisce che la strada è un’altra, sottolineata poi dallo stesso regista e protagonista Pavel Ruminov che dice “io sono un regista di Art House”.

Una frase che potrebbe averla...

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Tandlæge på sengekanten

Tandlæge på

sengekanten


My deceased husband favourite expression: Does he appreciate beer, women and horn music?”

Letteralmente sarebbe il “Dentista sul letto”, di certo più accessibile per noi dell’originale “Tandlæge på sengekanten”. Ambiente odontoiatrico dunque per il secondo film della serie “Sengekanten” che a parte questa variazione ripropone gli stessi attori e autori. Ole Søltoft, Søren Strømberg e Birte Tove diretti come sempre da John Hilbard con la “Palladium Film” che produce.

Le fondamenta così come le dinamiche sono sempre quelle e il buon Søltoft è il solito incapace che deve dimostrare a una ricca zia di essere un “decente esTandlæge på sengekantensere umano”, non tanto capace di gestire un’azienda, ma dimostrare un certo amore per la vita...

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Escape from Pleasure Planet

Escape from

Pleasure Planet

Welcome to Pleasure Station where all yours every fantasies become real

Quante aliene con le tette grosse popolino l’Universo, anche solo quello del cinema, non è chiaro. Sicuramente ne abbiamo viste tante in passato, ne vediamo tante oggi e speriamo di vederne meno nel futuro. Quella abbondanza ci piace certo ma la storia è sempre la stessa. Queste extraterrestri bellissime se ne vanno in giro per i pianeti sbattendo i loro corpi nudi rumorosamente, su un po’ di fondo musicale.
Il tutto viaggia sui confini tra soft e hard, facendo intuire il gesto ma non mostrando i dettagli più intimi. Qualche panorama spaziale realizzato al computer completa il prodotto.
Anche la casa di produzione è (quasi) sempre la stessa, cioè la Retromedia di quel mattacchione...

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Série Rose

Série Rose


Dans le secret des bibliothèques, derrière les reliures sévères et précieuses, se cachent bien des mystères. Les plus doux de ces mystères nous viennent des grands écrivains eux-mêmes.

Come si chiamava quella serie erotica? Quella che andava in onda alla fine degli anni ottanta e nei primi anni novanta in seconda serata sulle reti regionali? Sono passati così tanti anni che ce lo siamo chiesto diverse volte prima di trovare la riposta. E la riposta è “Série Rose”.

Una serie particolare che mischiava letteratura ed erotismo, con eleganza e tanta bravura. Cultura e tette insomma, per parlare in maniera volgare del binomio perfetto...

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