Guinea Pig VI:
Devil Woman Doctor
“Devil Woman Doctor” è una sorta di carrellata di freaks capeggiati da una dottoressa interpretata da un travestito molto...
Universalmente riconosciuto come il migliore della serie, “Mermaid in a Manhole” è una notevole favola urbana. Allucinata, assurda, vomitevole e romantica. Un mix riuscitissimo di elementi poggiati su una trama surreale e su un aspetto visivo che non risparmia dettagli.
È roba da stomaci duri con un impatto molto forte reso devastante dalla bellezza degli effetti speciali e dalla poesia della storia.
Hideshi Hino torna a dirigere un “Guinea Pig” dopo aver scandalizzato e spaventato mezzo mondo con l’episodio numero due “Flower Of Flesh And Blood”, ma qui in “Mermaid in a Manhole” lavora con una storia e con un’idea molto forte.
Tratto da un suo stesso manga, Hino ci racconta la storia di Shigeru Saiki, pittore, rimasto vedovo e i...
Read MoreIn inglese suona perfetto: “Gore Flick”. In italiano si può catalogare in vari modi, ad esempio potremmo definirlo come grottesco. In ogni caso il terzo episodio dei “Guinea Pig” è un degno horror assai diverso dal serio fiume di sangue dei due predecessori. Qui per la prima volta abbiamo una realizzazione più cinematografica e una struttura narrativa. Qui il contesto è assurdo, incredibile e strappa qualche risata.
Che poi possa piacere uno che si taglia a fette è un altro discorso, ma se non altro si racconta qualcosa dando un motivo e un (non)senso al tutto.
Masatosh Nakamura è un impiegato depresso, senza amici e con pochi interessi che decide di farla finita tagliandosi i polsi. Tutto inutile...
Se “The Devil’s Experiment” vi ha disturbato, il secondo “Guinea Pig” “Flowers Of Flesh and Blood”, farà ben di peggio. Gore purissimo.
“Za ginipiggu 2: Chiniku no hana” è probabilmente il punto più estremo di questa serie giapponese ed è anche l’opera più famosa e discussa tanto da finire sulle pagine di cronaca. Durissimo e fastidioso da vedere, anche per chi mastica horror e splatter, si fa forza sulla solita ottima realizzazione e su una storia minimale ed altamente shoccante.
Hideshi Hino maître à penser della saga, si ispira a un suo manga e dirige questa pellicola che rispetto al primo episodio ha un filo di trama in più...
Piuttosto comune e condivisa è l’idea che gli asiatici siano gli unici rimasti a far film horror/thriller credibili e spaventosi. Sarà la loro capacità di spingersi oltre, sarà il loro estremismo ma di fatto concordiamo.
Certo che questa mancanza di limiti a volte va veramente oltre, tanto oltre, da far nascere una domanda “E perché?”. L’esempio è lampante nella serie “Za ginipiggu” conosciuta da noi come “Guinea Pig”, traducibile in “Cavie da Laboratorio”. E il titolo è già un programma per questi sette episodi (anche se l’ultimo è una specie di “Best Of”) generati dal 1985 al 1992 che hanno shokkato il pubblico, fatto pensare a “snuff movie” e finire sotto accusa gli autori.
Tutto a posto...
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