Jean Rollin tagged posts

La Rose De Fer

La Rose De Fer



I Don’t Care About The Place, When They bring me When I’m Dead

Per la prima volta Jean Rollin è senza vampiri e quest’assenza sembra fargli molto bene, considerando che crea quello che per molti è uno dei suoi migliori film, se non proprio il migliore. Ispirato a un poema del poeta bretone dell’ottocento Tristan Corbière, Rollin realizza nel 1973, una pellicola che è stata etichettata come horror. Un’etichetta che per noi è riduttiva, perché a parte fuggire dai canoni classici dell’horror, “Le Rose De Fer” va oltre, facendo della psicologia e del simbolismo i suoi punti di forza, molto di più e molto meglio, delle precedenti opere del regista francese.

Forte come al solito di una buona fotografia, non la migliore vista nei suoi film comunque, questa pel...
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Vierges Et Vampires

Vierges Et Vampires



Two young girls…trapped..with no escape! Forced to submit to the Horrors of the Pit!

Canini da carnevale, persone che si svestono in un modo e si rivestono in altro modo e non pensate che vicino ci sia un guardaroba, una recitazione povera e il capo vampiro più scoglionato che mai.
Questo è “Vierges Et Vampires” del 1971, mondialmente conosciuto come “Requiem For A Vampire” è un altro film di Jean Rollin con tema vampiri.

Arrivati fino qui forse dovevamo già sapere che il regista francese ha buone idee, ottime idee anzi, che si bloccano in una realizzazione scadente. “Vierges Et Vampires” ha infatti, oltre a un titolo decisamente commerciale, diverse cose interessanti. Lunghi silenzi che dicono più delle parole, momenti di ottimaVierges Et Vampires fotografia e la solita scel...

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Le Frisson Des Vampires

Le Frisson Des Vampires



these days everything is unbelievable, my friend

Erano anni di coppie che andavano in giro ed entravano in castelli sbagliati. Un’epoca di persone che si ritrovavano con tutti i capisaldi stravolti. E anche Jean Rollin ne ha due ai quali stravolge la vita. Forse è inutile dire che lo fa con i vampiri, ai quali aggiunge un po’ di miti pagani, un po’ di lesbismo, ma meno erotismo rispetto ai due precedenti film.

Il regista francese comunque, si porta dietro qualcosa dai suoi film passati, come il concetto di setta e di rivoluzione di le “Le Viol du Vampire” e la solita spiaggia bretone.

Come al solito sceglie molto bene le location, creando tra castelli e cimiteri uno scenario gotico davvero suggestivo. Però, purtoppo c’è un però, “Le Frisson Des...
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La Vampire Nue

La Vampire Nue



We know. You Always end up coming here. We guide you here. We await your arrival, with the same joy, for over 50 years.
I vampiri esistono. I vampiri non esistono. Viva i vampiri in ogni caso! Ma chi sono alla fine i vampiri?
Jean Rollin con il suo secondo film continua il discorso iniziato con “Le Viol Du Vampire”, facendo una somma dei due capitoli e rendendo il messaggio un po’ più chiaro. Riprende il tema centrale e in parte luoghi e situazioni, come la spiaggia della Bretagna e la misteriosa clinica e butta tutto su pellicola a colori.
Con una mano alla Franco ma meno forsennata, quindi più lenta, Rollin racconta una storia che alla fine risulta essere piacevole...
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Le Viol Du Vampire

Le viol du Vampire



Give me the kiss of the vampire

Per la prima volta e a modo suo nel 1968 Jean Rollin, morde con i suoi canini da vampiro il mondo del cinema. Si butta secco nella scia della fotografia alla Bergman e nella regia alla maniera dei suoi connazionali della “Nuovelle Vague”. O per meglio dire ci prova. Perché pur stimando Rollin bisogna ammettere che non è né Bergman né tantomeno uno come Truffaut.  Va anche detto però, che probabilmente lui puntava ad altro e possiamo intuire quali siano i suoi interessi: vampiri, poesia ed erotismo. 
Tette e poesia insomma, senza dimenticare un vago senso di critica allegorica alla società. Le prime si traducono in donne che finiscono con le tette di fuori per volontà propria o per vestiti che appaiono molto fragili...

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