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Confessione di un Commissario al Procuratore Della Repubblica

Confessione di

un Commissario

al Procuratore

Della Repubblica


Onorevole dei miei corpelli chi te li ha dati i voti? Il capo regime mio, paese per paese te ne ha racimolati duecentomila, io te li ho dati ieri, io te li tolgo domani, ma ti credi d’essere? Lui va a Montecitorio! Fa i discorsi le interviste alla TV, ma chi! Tu righi dritto e parli con me!

Se guardate questo film e poi leggete un quotidiano, vi verrà il dubbio che si tratti di un’opera contemporanea. Questo accade con tantissimi film polizieschi, poliziotteschi e noir degli anni settanta, l’abbiamo già detto diverse volte, ma ogni volta ci tocca sottolineare la straordinaria visione dei registi dell’epoca.

Così è anche per questo film del 1971 di Damiano Damiani, che punta alla collusione tra mafia, potere e...

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Da Corleone a Brooklyn

Da Corleone

a Brooklyn

Ma sei sicuro che ci arriveremo in Italia?

Lo scontro fra titani è già affascinante di suo: Maurizio Merli vs Mario Merola. E il regista, Umberto Lenzi, aggiunge ancora valore al tutto.

“Da Corleone a Brooklyn” è già sulla carta un piatto assai gustoso. Poco ci importa che lo scontro fra i due in realtà avvenga a distanza e che Merli incontri Merola solo nelle ultime scene. Poco ci importa, perchè questa pellicola si divincola dai classici canoni del genere. Benché ci sia l’icona Merli e benché venga etichettato come un “poliziottesco” a nostro personale avviso ci sono una serie di cose che lo tolgono da questo genere. 

“Da Corleone a Brooklyn” è un road movie che accusa (implicitamente) la mafia rappresentata dal capo clan, ovviamente d...

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La mala ordina

La mala ordina

Voi dovete ucciderlo in malo modo, platealmente. In maniera che tutta Milano ne parli. L’Italia intera ne parli.

Promosso capitano dopo l’orgogliosa performance da “vice” di Gastone Moschin/Ugo Piazza in “Milano Calibro 9”, Mario Adorf porta sole e colori in quella che era stata descritta come una città livida e grigia.

Secondo episodio della “Trilogia del milieu” di Fernando Di Leo, “La mala ordina”, che doveva intitolarsi “Ordini dall’altro mondo”, del 1972 è un’altra storia di malaffare meneghino in cui tutti sono dannati e intrappolati in una vita ormai irrecuperabile. E peggiora sempre più.
Sebbene meno interessante e strutturato del capolavoro assoluto “Milano Calibro 9”, questo resta comunque un ottimo noir italico, degnissimo, denso, v...

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Killer Condom

Killer Condom

 What can a man do in New York if he’s lonely and hasn’t a dick?

Italiani, pizza, maccheroni, mandolino, mamma e “na minchia tanta” (citando Frank Zappa). E a parte questa ironia scontata, “Kondom Des Grauens” mondialmente conosciuto come “Killer Condom” è un piccolo gioiellino trash, politicamente scorretto e ottimamente realizzato.
Parodia del poliziesco, dell’horror e materializzazione del peggior incubo maschile, in un film tedesco del 1996 per la regia di Martin Walz e la sceneggiatura di Ralph König, già autore dell’omonimo fumetto. I due sono coadiuvati da Jorg Buttgereit (proprio quello di Nekromantik 1 e 2) che agli effetti speciali compie un grandissimo lavoro realizzando l’aspetto migliore di tutta la pellicola. Il caro Erwin C.Dietrich è il produttore esecut...

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Milano odia: la polizia non può sparare

Milano odia: la polizia

non può sparare



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Qui sta il genio di Giulio Sacchi. Chi è quel rapitore che si fa consegnare i soldi a casa? Solo io, perché sono un signore!

Un po’ come il protagonista bollato ingiustamente come “cacasotto”, anche il film stesso è finito sotto un’etichetta un po’ errata: “poliziottesco”.
Definizione in parte vera, d’accordo, ma i connotati spingono oltre questa pellicola fino a farla arrivare in territori noir.
Ultra violenza in stile “Arancia Meccanica”, critica alla giustizia inerme e inutile  che spinge le persone ad arrangiarsi da sole. Nichilismo. Giustizialismo. Simpatie per il cattivo di turno, populista e anti-borghese.

“Milano Odia: La Polizia non può sparare” del 1974 per la regia di Umberto Lenzi ha Milano odia: la polizia non può spararequesti e molti alt...

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Alex l’ariete

Alex l’ariete

A differenza di molti interpreti affermati, Tomba ha subito compreso l’importanza che la tecnica riveste nel cinema, il fatto che a comandare su tutti e’ sempre la cinepresa e che non serve recitare al meglio se l’inquadratura non e’ quella giusta.
(Damiano Damiani a “La Stampa” – Ottobre 1998)”

Il post carriera di uno sportivo, segue uno schema prestabilito: il commentatore “tecnico”, l’allenatore, godersi i soldi e fare l’attore. Per l’ultima opzione, in molti ci hanno provato e qualcuno ha ottenuto grande successo.

Tra quelli che non possono vantare un grande successo come attore, troviamo lo sportivo mondano italiano per eccellenza che ha imperversato da fine anni ottanta a fine anni novanta: Alberto Tomba. Icona dello sci moderno...

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Sgt. Kabukiman N.Y.P.D.

Sgt. Kabukiman

N.Y.P.D.


I was depressed, I was confused and I was turning Japanese
Tra i tanti improbabili eroi dei “B’s”, dobbiamo ammettere che un posto assolutamente d’onore, lo ha il Sergente Kabukiman del New York Police Department. Un idolo.
Protagonista dell’omonimo film Sgt Kabukiman N.Y.P.D.”, della leggendaria Troma, è il fulcro di un’irresistibile satira dissacrante nei confronti dei polizieschi, dei film d’azione, delle tradizioni giapponesi e in piccola parte dell’horror. Rispetto al suo amico fraterno Toxic Avenger, Kabukiman, ha una comicità più accessibile, meno buffonesca, più clownesca. Il risultato è quindi un film che può raggiungere un pubblico più vasto, un film che evita i deliri del mitico eroe bitorzoluto, che naturalmente, adoriamo alla follia.
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