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La casa sperduta nel parco

La casa

sperduta nel parco

David Hess … star of “Last House on the Left” is loose again … DON’T GO IN THE PARK!
Due minuti, musica da disco anni ottanta e scena di stupro. Si sa che Ruggero Deodato non si è mai posto grandi limiti e qui alle prese con un “rape revenge”, che nel titolo cita “The Last House On The Left” e che prende idee e strutture un po’ di qua, un po’ di là, di certo non cambia il suo stile. Per fortuna.
Il legame con il “totem” di Craven è cementato anche dalla presenza di David Hess nuovamente protagonista e nuovamente in un ruolo da psicopatico (e non è la seconda volta).
A differenza però di Craven, Deodato si spinge maggiormente sul lato della cattiveria, facendo apparire entrambi le parti in causa come cattive...
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Midnight Blue

Midnight Blue

 
-Ragazzi! Come padrona di casa vi faccio una proposta, ascoltate! Vi invito a passare il week-end qui con noi!
-Ma sì, mi sembra una buona idea questa…

Quello che si impara qui, è che certe persone se la cercano. Tre ragazze passano un week end in una villa sperduta con una spiaggia privata, sulla quale prendono il sole nude. Trovano altrettanti ragazzi belli (sarà….) e simpatici. Una di loro ci sta subito e in più, li invitano a trascorrere il week end nella villa. Che dovrebbero fare tre poveri uomini evidenti vittime di queste discinte donne? Approfittare di tutto e in tutti i sensi e una volta smascherati (sono degli evasi e criminali pericolosi!) brutalizzare e terrorizzare le fanciulle.

Prima di essere sommersi da una caterva di insulti, tra l’altro gi...
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Fight for Your Life

Fight for

Your Life




89 minutes of gut crunching terror!

La fama precede “Fight For Your Life”, una grande fama precisiamo e non è un semplice modo di dire. Violento, razzista, volgare, pesante, difficile da vedere e con immagini oltre il limite.

Eppure questo film del 1977 ha un suo, “fottuto” (lo diciamo per adeguarci al clima della pellicola) senso di esistere. Perché alla fine, parolacce, umiliazioni e violenza filano via lisce, in una storia che cavalca due sottogeneri dell’exploitation, il “rape revenge” e la “blaxploitation”, ispirati naturalmente da “The Last House On The Left” di Craven.
Diciamo la verità, se uno vuol fare un film su questo tema, non può far altro che mostrare il peggio del peggio dell’essere umano, cosa che qui è fatta abbastanza bene e che viene uni...
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La Settima Donna

La Settima Donna



-Ah sarà ma, mi ricordo che una volta la chiesa era molto più seria
-E che ne sai te? In chiesa ci vai soltanto per rubare dalle bussolette
-E che c’entra? Con tutta la grana che ci mette mia madre ogni mattina cerco solo di riprendermi la roba mia!

Gli esercizi di stile sul tema “rape revenge” coinvolgono anche Franco Prosperi uno dei più famosi registi “mondo”, che nel 1978 realizza “La Settima Donna”. Un titolo insapore, per un film che segue senza nascondersi “The Last House on The Left” e cita “L’ultimo treno della notte” di Lado.

Dicendo così si può intuire che la storia non sia per nulla originale e a questo vanno aggiunte la scarsa realizzazione e la scarsa interpretazione dei protagonisti...
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L’ultimo treno della notte

L’ultimo treno

della notte



ma voi dovete essere I tutori dei valori morali che la nostra cultura ci ha tramandato

Essere prevenuti, questo è il nostro problema.  La paura ci viene subito, solo a guardare la locandina, nel senso che non sfugge che siamo in odore di “The Last House on The Left”
La paura aumenta con le prime immagini, perché sì, è maledettamente vero, c’è molto dell’esordio di Wes Craven qui. E siccome siamo prevenuti, siamo terrorizzati dall’idea di trovarci di fronte a una specie di remake italiano. 

Magicamente poi, le immagini scorrono, il tempo passa e “L’ultimo treno della notte”, si svela per quello che è: un parente di “The Last House on The Left”, dal quale prende struttura e parte della caratterizzazione dei personaggi, ma è a...

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The Last House On The Left

The Last House

On The Left



To avoid fainting, keep repeating: “It’s only a movie, only a movie, only a movie…

La cosa positiva è che non sprecheremo righe parlandovi del regista. Non vi annoieremo con il suo curriculum. Perché qui abbiamo un certo Wes Craven, sconosciuto all’epoca ma destinato a una carriera ricca di successi nell’horror mainstream. Che vi piaccia o no.
Più interessante è la vicenda di questo film, la sua storia, la sua genesi, il suo impatto sul pubblico e tutto quanto giunto dopo. 

Torniamo a Craven però, che qui nel 1972 girava negli ambienti cinematografici, aveva un ottimo rapporto con Sean Cunningham (quello che poi farà “Friday 13th”), ma non aveva mai diretto nulla...

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No Moriré Sola

No Moriré Sola 



Go that way, the ground is softer there

Diciamolo chiaramente, se si guarda un “Rape Revenge”, bisogna come minimo avere la nausea postuma. Sennò non vale.
E dopo diversi film del genere che mostrano il mostrabile, quasi a giustificare la violenza e accontentare la morbosità del pubblico, ne abbiamo trovato uno che tocca le corde giuste. “No Moriré Sola” è un “rape revenge” violentissimo incentrato tutto sull’azione e la vendetta. Una pellicola fastidiosa che non mostra in maniera ambigua i nudi femminili, che sono pure pochi, ma che punta tutto sul ritmo, il sangue, i colori pallidi e la musica battente. Un film angosciante e quindi un “rape revenge” interessante...

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I Spit on Your Grave

I Spit on Your Grave




After it was all over… she waited… then she struck back in a way only a woman can!

Il solo titolo farà sussultare un po’ di persone. Leggendario, noto e maledetto. Merita un posto tra i film che più hanno shokkato il pubblico.  Per qualcuno uno dei film più violenti del cinema, per altri “solo volgare spazzatura senza un minimo di senso artistico” come disse, oltre ad altri insulti, il critico Roger Ebert. Risultato finale: un successo, abbastanza clamoroso, alimentato dalle stesse critiche negative e dalla condanna più o meno unanime della società di allora. Un film che ha avuto un remake, un sequel del 1993 e un remake del 2010. Insomma non male per un film, stroncato, odiato e massacrato.

Il regista Meir Zarchi ci spiattella un “rape-revenge” senz...

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Nude Nuns With Big Guns

Nude Nuns

With Big Guns



Which of you nuns violated my first commandment? Do not steal from Chavo!

Che ogni religione abbia qualche scheletro nell’armadio è cosa risaputa. Che però un gruppo di suore, nude e chissà perchè poi, raffinasse cocaina, sotto la direzione di un prete, per poi rivenderla al classico narcotrafficante è una cosa che va al di là dell’immaginazione. E speriamo anche della realtà.

Anche senza assumere sostanze particolari, ma limitandoci alla visione di questo film, possiamo dire che si parte per un bel “viaggio”. Un viaggio che tocca diversi generi tra i quali, la sexploitation, la nunsploitation e se vogliamo anche il rape-revenge.
Dietro a questo exploitation del 2010 troviamo la casa di produzione “Freak Show Entarteinment” che dal 2006 è...

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Thriller – A Cruel Picture

Thriller – A Cruel Picture


First they took her speech…then her sight…When they were finished she used what was left of her for her own frightening kind of REVENGE!
Grazie ai suoi lunghi silenzi e alle sue soggettive questo film è diventato un “cult”.  Forse è meglio dire grazie a una delle tante esternazioni di Tarantino che oltre ad incoronarlo a parole s’ispira alla protagonista per il personaggio di Elle Driver di “Kill Bill” interpretato da Daryl Hannah.
Il lungo e pomposo biglietto da visita di questo film svedese è in realtà a dir poco esagerato. Il regista Bo Arne Vibenius, già assistente di Bergman per “Persona”, crea una pellicola che ha alcuni buoni spunti e buone idee, vanificate però da tutta una serie di circostanze che vagano tra l’assurdo, il rid...
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