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Vacation Temptations

Vacation Temptations

You are better than any analyst in Vienna

Cineprese calde, caldissime quelle di Dietrich, per colpa delle immagini ma anche per l’eccessivo utilizzo. Uno dietro l’altro, il buon regista e produttore svizzero propone a livelli industriali episodi di sexploitation a volte con una trama e a volte girati in tre/quattro stanze e poi abilmente arricchiti da altre immagini in esterno aggiunte in  fase di montaggio.

Lavori molto artigianali, indubbiamente meno interessanti dei film con una trama, ma comunque degni di essere visti, soprattutto se come nel caso di “Blutjunge Masseusen” i titoli di testa sono in sovraimpressione su un bel paio di tette. Arrivare a mostrare corpi nudi e scene soft-core è l’obiettivo di questo film (come degli altri del resto) e per far...

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Mark of the Whip

Mark of the Whip



The stinging pain shoots through her. She can hardly catch her breath before she feels the next strike.

“When a problem comes along/You must whip it” cantiamo per tutta la durata dei film. E sì che lo sappiamo che i Devo non hanno scritto “Whip it” per inneggiare al sadomaso, ma l’assonanza con la canzone e il film è automatica. D’altronde va anche detto che questo film non inneggia (o omaggia) il cinema e che dopo un po’ è automatico distrarsi dalla visione e magari canticchiare qualcosa. “Crack that whip!/Give the past a slip”. Il cinema estremo quello che osa l’inosabile e rompe i tabù ci piace, ma deve avere un senso, una struttura che giustifichi una storia che vada oltre il consentito. “Step on a crack/Break your momma’s back”.

Abbiamo già...

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Lady Godiva Rides

 Lady Godiva Rides

“Banished from Coventry, she went and rode hard in the Wild, Wild West”

 

Partiamo da una stuzzicante leggenda che sicuramente conosciamo tutti, ma nel caso ve la siate persa, racconta di Lady Godiva bellissima nobildonna vissuta a Coventry intorno all’anno 1000 che per convincere il marito, il Conte Leofrico, ad abbassare le tasse, cavalcò nuda per le vie della città coperta solo dai suoi lunghi capelli.
Meno conosciuta, a parte dagli amanti di un certo cinema, è la storia di un leggendario regista, A.C. Stephen, nome d’arte di Stephen C. Apostolof, bulgaro di nascita, americano d’adozione, che qui abbiamo già visto per l’ottimo “Orgy Of The Dead”, la cui vita e opere sono bizzarre e incredibili tanto quanto la vicenda di Lady Godiva.
Ingiustament...

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A Scream In The Streets

A Scream In

The Streets

 
 A City Ripped Apart by Sin and Lust!

Questo è un pessimo film low-cost, girato male, pieno di scuse banali per vedere scene di sesso. Cavolo, dobbiamo ammetterlo, “A Scream In The Streets”, ha un fottutissimo senso di esistere ed esercita un incredibile e malsano fascino.

L’apprezzamento per questo filmaccio, cresce ancor di più se lo immaginiamo nella programmazione di qualche Grindhouse che a tarda notte, trasmette le immagini di questi poliziotti più che stereotipati e di uno psicopatico travestito che uccide le donne con le quali ha avuto poco prima rapporti sessuali, cA Scream In The Streetshe, tra l’altro, sono accuratamente mostrati allo spettatore. 

Di un trash incredibile ma sfacciatamente geniale. Perché c’è una storia, una crime story, che segue (a su...
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Brand Of Shame

Brand Of Shame



 the adult color western, that puts you back in the saddle again!

Musica pop in apertura, corpetti di signorine che esplodono e lesbo proprietarie di hotel. Poco vecchio west, molto anni sessanta e quindi ecco un altro, polveroso, assurdo, Far West. Perso nei territori della commedia e della “sexploitation”, in questo film del 1968 capita ben poco, se escludiamo i lunghi momenti nei quali attori e attrici rimangono aggrovigliati senza vestiti e con allegre musichette di sottofondo.

Siamo di fronte a un prodotto pop dunque, inutile alla storia del cinema, ma in fin dei conti innocuo, scritto da un esperto del genere, il produttore David F.Friedman e diretto da quel folle di Byron Mabe che in quanto a filmetti in quegli anni ne sformava uno dietro l’altro: “Acid ...
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Below The Belt

Below The Belt



A Penetrating Look Into the Sordid World of Bruises and Broads!

È da masochisti guardare un film di Bethel Bucklew ma è probabilmente per colpa del nostro cervello malato che continuiamo a farci del male e a insistere sulle opere di questo oscuro regista da “Grindhouse”.
Non sempre le cose vanno male però, qualche pellicola è più o meno decente, qualche altra lo è meno, ma scorre veloce, inutile, ma veloce. Altre ancora invece ti fanno rimpiangere di essere un cinefilo. Quest’ultimo è il caso di “Below The Belt”, un film apprezzabile per sole tre cose. Due le vedremo dopo, la prima invece è il titolo, un azzeccato doppio senso con il mondo della boxe.
Che poi la boxe, sia presente solo nel titolo e in poco altro è un discorso a parte che spiega anche...

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Fantasm

Fantasm

 The Sin-Sational Cult Film Classic

Ci scuseranno le lettrici, ma questo blog è scritto da maschi e ci consentirete una battuta: per capire le donne ci vuole uno studio approfondito, ci vuole un professore dal nome minaccioso e ci vogliono esempi e teorie (molti i primi, poche le seconde). Ed ecco Jungenot A. Freud, che analizza, sminuzza, teorizza il comportamento delle donne, in una pellicola australiana del 1976.

Noi, che psicologi non siamo, ma che scriviamo di cinema, ci limitiamo invece ad analizzare il film, lasciando lo studio della mente, ancora una volta misteriosa, delle donne, a un’altra occasione. Perché chiaramente “Fantasm” non è un’opera scientifica, ma uno dei tantissimi episodi dell’epoca fatti, pensati, per mettere un po’ di donne nude e diverse sc...

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Ich, Ein Groupie

Ich, Ein Groupie

She Was Curious. She Was Eager. She Couldn’t Find Any Satisfaction

I fatti parlavano chiaro, non abbiamo colpa. Erwin C.Dietrich alla regia, una bionda esplosiva come protagonista, che appare già nuda sulla locandina, il 1970 e musica rock. Ci sembrava di essere di fronte o a una versione trash (d’altronde c’è Dietrich) ed europea di “Beyond The Valley Of The Dolls” o a una commedia soft-core sulle libertà sessuali. Invece nulla di tutto ciò o quasi. Il film di Meyer innanzitutto non c’entra assolutamente nulla, visto che esce dopo, per il resto invece ci siamo quasi, nel senso che “Ich, Ein Groupie” è per sessanta minuti un commedia soft-core, piena di scene di sesso, di disperazione amorosa, di libertà estrema di costumi ma nei quattordici minut...

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Erotibot

Erotibot

 

No one wants to be create as a failure

Il Giappone visto da occhi lontani è un posto che mischia l’hi-tec, con una vita frenetica che sfocia a volte in un cinema folle. Non sappiamo se la vita in Giappone sia esattamente così (però se ci pagate il viaggio andiamo a vedere e poi ve lo diciamo), sappiamo invece che ogni volta che vediamo un film giapponese, restiamo stupiti da quelle che ci sembrano follie. In questo caso si parla di androidi e di alta tecnologia, in un film adorabile del 2011, per la regia di Naoyuki Tomomatsu, quello di “Zombie Self Defence Force”, di “Maid Droid” e co-regista di “Vampire Girl Vs Frankenstein Girl”, tra i film che abbiamo recensito.

Il titolo originale tradotto in inglese, suona un po’ diversamente (scusate eventuali inesat...

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The Ramrodder

The Ramrodder 

Laid in the 19th century american west…a time and place of unbridled carnage and carnality

Mandria di bovini, due cowboy scendono da una collina. Arrivati al fondo si fermano. C’è un bivio, le loro vite si separano. Ognuno per la propria strada.

I primi quattro minuti di “The Ramrodder” potrebbero star bene anche in una pellicola di Sergio Leone o di John Ford.
Perfetto, non c’è che dire, ma siccome qualcosa avevamo già letto, sapevamo che il film non avrebbe continuato su quella strada, ma non ci aspettavamo che già al quinto minuto tutto cambiasse, a partire con un gruppo di ragazze piuttosto in forma, che fanno il bagno in uno stagno sotto lo sguardo voyeuristico di uno dei due cow-boy.
“The Ramrodder” diventa presto un film nel quale per qualche...
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