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Interrabang

Interrabang


-Difficile…si tratta di come il desiderio di eliminare quello che c’è di tragico, di noioso,di brutto nella vita…dico bene? Riporta inevitabilmente alla tragedia
-Ah…ah…ah…non ho capito per niente!
-Perchè sei stupida

Con la frase “Interrabang, fa stranamente rima con boomerang”, non solo si riassume la trama ma si dà anche un giudizio su questo film del 1969 diretto da Giuliano Biagetti, passato alla storia per altri generi e per l’amicizia con Rossellini. Un boomerang che colpisce i protagonisti, un boomerang che colpisce il risultato di un film, fatto con le migliori intenzioni ma che ha qualcosa che non funziona.
Nel pieno di una sorta di sottogenere del thriller i cui riferimenti sono tanti quanto le pellicole che seguiranno, Biagetti piazza la storia al mare.
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Voci dal profondo

Voci dal profondo


-Tu sei la figlia di Giorgio, non è così? A quanto sembra devi avergli voluto molto bene altrimenti non saresti qui
-E tu perchè ci sei venuta?
-Per essere sicura che resti lì dove si trova

È un Fulci a fine carriera che ha esaurito le idee migliori, che lavora con un budget ristretto e per un prodotto destinato all’Home Video. Un Fulci poco convinto del risultato finale di questo film a metà tra l’horror e il giallo, che riprende alcune sue idee, alcuni suoi simboli.

Con una sceneggiatura volte traballante che mette pure degli inutili zombie e un finale a dir poco buttato via (per non parlare degli effetti speciali) “Voci dal Profondo” non è un film memorabile, anche se tolti vari difetti, è un lavoro che si lascia seguire con attenzione...

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Strait-Jacket

Strait-Jacket

HER HUSBAND…HER ROOM… ……AND ANOTHER WOMAN

Parlare del pathos di un thriller film uscito cinquantadue anni fa non è facile, se consideriamo la quantità di pellicole e di storie che sono arrivate dopo. E quindi “Strait-Jacket” appare all’uomo moderno come una storia facile da intuire già dopo pochissimi minuti. A ciò va aggiunta la presenza di Robert Bloch, autore di “Psycho” e collaboratore di Hitchcock, che, sempre all’uomo moderno, fa pensare a un possibile sviluppo.

Per parlare dell’efficacia di questa storia scritta da Robert Bloch e da William Castle, bisognerebbe andare indietro nel tempo o quantomeno leggere vecchie recensioni. Siccome la prima ipotesi non sembra ancora possibile, ci affidiamo alle vecchie opinioni. E dobbiamo dire che “Strait-Jac...

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Sonno Profondo

Sonno Profondo

Difficile parlare di questo film. E se è difficile, vuol dire che è un lavoro profondo, non banale. Di fatto siamo nel giallo all’italiana, con una pellicola che s’ispira ai grandi maestri (Dario Argento in primis) dell’epoca d’oro del genere. Violenti omicidi e assassino in guanti di pelle.

Di fatto siamo anche di fronte a un lavoro che supera l’operazione “revival” puntando maggiormente sull’estetica e sulla tecnica che sulla storia. Intendiamoci, la storia c’è ed è molto complessa ma Luciano Onetti sembra voler ricercare in ogni inquadratura la bellezza delle immagini. E, di fatto, ci riesce. Colori saturi, movimenti di camera eleganti, citazioni a non finire e soprattutto pochissime parole spingono “Sonno Profondo” a essere anche un bell’eser...

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Come una crisalide

Come una crisalide


L’impulso era diventato irresistibile. C’era una sola risposta alla furia che lo torturava

Titolo metaforico che abbraccia il curriculum del regista, del nuovo corso del giallo/thriller italiano e infine, non è uno spoiler, anche la storia dell’assassino.
Episodio sorprendente e spiazzante di quelli che ogni tanto sbucano fuori dal nulla (o quasi), vede alla regia Luigi Pastore autore di documentari e di corti, qui al primo lungometraggio, che slegato da logiche di mercato prende con coraggio la via della sperimentazione, cercando nuove forme di cinema.

Ispirarsi non vuol dire copiare, direbbero i saggi, ed è chiaro, fin da subito che i punti di riferimento di Pastore sono i gialli e gli horror italiani con particolare affetto nei confronti di Dario Argento, d...

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Thirsty for love, sex and murder

Thirsty for love,

sex and murder

Don’t believe him, Mine. Even a female fly can’t get away from him.

Chissà se Sergio Martino ha visto questo film. Chissà cosa ha pensato, cosa ha detto. Perché dev’essere interessante vedere il remake di un proprio lavoro, vedere una nuova prospettiva, cogliendo magari altre sfumature. E soprattutto aver fatto una pellicola così importante da aver ispirato un altro regista.
Tutto molto romantico si può dire. Almeno, potrebbe esserlo, se “Lo strano vizio della Signora Wardh” non fosse diventato un giallo a tratti assurdo, a volte demenziale.

Mehmet Aslan, regista del sempre interessante cinema turco di genere, già dietro alla macchina da presa per alcuni film della serie Tarkan (un eroe unno, tratto da un fumetto turco di grande successo) e...

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Una iena in cassaforte

Una iena in cassaforte


Non mi ammazzeranno, almeno fino a quando non li avrò accompagnati alla cassaforte

Agatha Christie con un vestito corto a fiori balla strafatta di marijuana sulle note di “Sgt.Pepper’s Lonely Heart Club Band” messo sul piatto da un divertito Mario Bava. Una bella immagine non vi pare? È quella che ci evoca “Una Iena in cassaforte” di Cesare Canevari.

Dopo il western e lo spionaggio, Canevari si butta sul giallo con un film palesemente ispirato a “And Then There Were None” di Agatha Christie, al cinema di Mario Bava e ci aggiunge sfumature british.

Il risultato nonostante la poca originalità dell’idea è sorprendente. Un giallo pop, allucinato, divertito e divertente con adeguata violenza e sfaccettature sexy.
Dietro la macchina da presa il reg...

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Blow Job

Blow Job


-Hai sempre voluto andartene, nascondere la faccia, ma quando arriverà il nuovo giro…
-Arriverà cosa?
-Il nuovo giro…
-Cosa significa? Cristo! Queste frasi misteriose che non vogliono dire niente! Questa casa assurda la malattia di Diana…mi fanno uscire pazzo!

Dietro al malizioso titolo “Blow Job” e alle varie declinazioni come “Un soffio erotico”, “Dolce lingua”, non c’è un porno, ma un thriller erotico dal significato profondo. Nobili intenti abbattuti da una realizzazione poverissima, (con effetti notte imbarazzanti e una recitazione amatoriale) da eccessivi inserti erotici e da una versione hard introvabile che suona un po’ come leggenda.

Autore di questo complesso lavoro è Alberto Cavallone un regista sottovalutato e un po’ dimenticato tornato agli ono...

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Al calar della sera

Al calar della sera


Lo so so cosa stai pensando il fiammifero potrebbe spegnersi prima di raggiungerti, ma c’è anche la possibilità che ciò non avvenga…

Realizzato fuori tempo massimo, finito nel buio della sera del titolo e quindi escluso dalle liste del cinema di genere che conta, questo è un piccolo film che si fa apprezzare per tante piccole cose, forse invisibili al primo sguardo, ma interessanti se ci si sofferma.

Alessandro Lucidi una carriera più come montatore, per cinema e TV, che come regista (oltre a questo film ha diretto “Il marito in vacanza” e “La maestra di sci”) realizza un thriller partendo dall’idea più classica del genere...

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The Boy

The Boy


You wouldn’t hurt me, would you Brahms?

Con i giocattoli del cinema che creano terrore, riempiremmo un’intera casa. Magari una delle tante piene di spiriti. Quindi nel 2016 trovarsi di fronte all’ennesima variazione sul tema non è molto allettante. Il Boy del titolo che già ci anticipa alcune cose, non si lancia nemmeno in grandi peripezie. Non è di certo Chuckey. Sta fermo, lo spostano. O al massimo lo ritroviamo in un altro posto rispetto alla scena precedente.

William Brent Bell decide di prendere una strada molto classica, per questo suo thriller/horror psicologico che ha in Lauren Cohan (Maggie di “The Walking Dead”) il nome più conosciuto di un cast composto da attori britannici esperti come Jim Norton, Diana Hardcastle e da Rupert Evans un attore teatrale...

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