The Dicktator
Viva La Revolucion!
Viva La Revolucion!
The Unbeliveable Erotic Adventure!
Più che una sola di “Beast”, ne abbiamo viste parecchie. Due soprattutto: il regista e lo sceneggiatore. Poi sì ok, anche gli attori. Ma è un altro discorso. Bellezze tutto sommato se ne vedono, non tantissime comunque, ma con la solita prorompente Uschi Digarg che eleva la media. Della famosa storia al quale il titolo fa evidentemente riferimento non c’è manco l’ombra.“The Beauties And The Beast” è una pellicola ingiustamente poco popolare, che sfugge e non ne capiamo il motivo, da ogni classifica di “peggior film”.
Ci piacerebbe riuscire a spiegare esattamente quello che succede nella storia diretta da Ray Nadeau, ma sebbene l’abbiamo visto per ben due volte, per capirci qualche cosa, ci sfuggono diver...
the new master race
Qui abbiamo uno sberleffo a Hitler che sicuramente ben pochi film possono vantare. Al di là del titolo: un breve spezzone di un filmato del Terzo Reich, appiccicato a una musichetta funky da ghetto. Incredibile!
Incredibile sì, come tutto il trash che segue e che da vita a questo “The Black Gestapo”, un blaxploitation talmente assurdo e insensato da risultare divertentissimo e irresistibile.
Lee Frost è il regista che dirige questa pellicola del 1975 in cui tutto sembra improvvisato o quasi. Trama e recitazione inclusa. Un film che per sopperire alle mancanze narrative, butta qua e là qualche scena di sesso o come minimo di nudo. Tanto per accendere l’interesse.
I personaggi incarnano a meraviglia i canoni della parodia dei film anni sett...
Read Moreof the Oil Sheiks
Ilsa’s back! …More fierce than ever! With brutal fury she enslaved an empire and shocked the world!
Dopo l’immenso successo di “Ilsa She Wolf Of SS” la cattivissima bionda tettona di certo non poteva morire. E allora in qualche modo fugge dal lager nazista di cui era a capo e si rifugia in un paese del medio oriente.
Il leader di questa nazione è l’oligarca El Sharif, potente uomo d’affari, il cui unico interesse è quello di gestire un grande harem. Per fortuna che siamo nel 1976, in tempi non sospetti, perchè altrimenti El Sharif poteva passare per una parodia di un famoso politico italiano. Ma questo è un altro discorso.
L’incontro tra una perversa carceriera e un perverso maniaco sessuale genera una serie di situazioni che sono al centro ...
Read MoreGet your dick out of there, you “pervert”!
Russ Meyer appare alla fine del film, con una camera in mano. Promette un’altra pellicola, che però non ci sarà mai. Non è il finale del film, ma solo il l’epilogo della sua immensa carriera, che si chiude qui.
Certo che ci lascia, con una vera e propria provocazione. Con quello che è il più scollacciato dei suoi film, degna conclusione della trilogia “Bustoons” iniziata con “Supervixens!” e continuata con “UP!”.
Anche se nel periodo “Pop”, Meyer ci ha abituato a rotondità prorompenti e a un’ironia devastante con “Beneath the Valley of the Ultra-Vixens” il buon Russ, che scrive la storia con Roger Ebert, si spinge oltre. Partendo dal titolo che è un chiaro riferimento a ...
Too much…for one movie!
Immaginate di entrare in un Luna Park dalle luci fortissime e colorate, in cui tutto si muove molto velocemente. Pensatelo con tanto chiasso, un caos vero e proprio, frequentato da maggiorate e da tipi inquietanti. Aggiungete per finire, che ogni tanto un’ondata di genuina violenza si abbatte su tutto e tutti. Ecco questo è “Supervixens”.
Targato 1975, questo può essere considerato il film migliore del periodo pop del grande Russ Meyer. Non che gli altri ci dispiacciano ma la critica è concorde e come disse il regista è la summa di tutte le opere.
Vagamente autobiografico e vagamente ispirato ai libri di Horatio Alger, fu anche il film in cui Meyer fece tutto da solo. Con un budget gonfiato di 400...
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